ASSEMBLEA PUBBLICA CONTRO LE SCORIE

22In queste ultime settimane il tema dello stoccaggio delle scorie nucleari sta di nuovo animando il dibattito pubblico. La direttiva europea 2011/70/EURATOM impone agli Stati di predisporre un piano di gestione dei rifiuti nucleari entro e non oltre il 23 Agosto 2015. Da ciò nasce l’esigenza del governo di trovare un sito dove stoccare i circa 90 mila metri cubi di rifiuti. Fra le alternative si parla anche della Sardegna. Entro marzo dovrebbe essere pubblicata la Carta delle aree potenzialmente idonee, e per questo numerosi comitati e cittadini in tutta Italia si stanno mobilitando per analizzare e discutere il problema. Noi come studenti e cittadini vogliamo dare il nostro contributo al dibattito pubblico, ponendo anche dei seri quesiti che coinvolgano i diversi piani politici del problema. Non vogliamo essere la pattumiera d’Italia! NO SCORIE!

SFRATTI E SGOMBERI. E’ ORA DI ORGANIZZARSI.

5823373730103327951251545643310nOggi ad Arborea la violenza dello stato italiano aveva il volto di Francesco Di Ruberto, questore di Oristano, di Vincenzo Valerioti, capo della Digos di Oristano, di Pino Scrivo, primo dirigente; aveva il volto di tutto gli uomini al loro seguito e di centinaia di celerini, canis de isterzu, anche oggi pronti a portare a casa la pagnotta sulla pelle e la sofferenza altrui.
Una operazione militare in piena regola, con un costo che non ci è dato sapere, portata avanti in modo “esemplare”: l’ unico modo che ci si può aspettare da questi signori.

La nostra è una delle province più povere dello stato italiano e proprio i dati sugli sfratti sono ben esemplificativi della situazione drammatica che si è venuta a creare: se nel 2012 gli sfratti eseguiti con l’intervento dell’ufficiale giudiziario sono stati 7, nel 2013 sono stati ben 57 con una variazione del +714,29% che corrisponde alla più alta variazione di tutte le province dello stato italiano (non sono ancora disponibili i dati del 2014).
L’elemento più preoccupante attorno a questi numeri è il silenzio: 57 sfratti in una provincia come la nostra non passerebbero inosservati e invece avvengono nel silenzio delle famiglie (quello della famiglia Spanu è un caso raro per il rumore che ha fatto e diverso per le motivazioni che vi stanno dietro non essendo eminentemente legate a morosità incolpevole o altre impossibilità di pagare l’affitto), silenzio che equivale a vergogna. A questo punto occorrerebbe un’analisi sociologica del nostro territorio che non siamo in grado di fare, ma dalla quale emergerebbero i necessari caratteri che distinguono i nostri paesi dalle dinamiche sociali di una metropoli; e così da una parte la tipicità delle nostre piccole comunità nell’affrontare le difficoltà sociali che si collegano al forte ruolo che svolge la famiglia in senso ampio come comunità di base, luogo confinato fuori dal quale non bisogna portare determinate questioni; dall’altra il carattere tipico di quelle comunità che storicamente non sono state attraversate dal conflitto sociale e quindi prive oggi come ieri di strutture capaci di diffondere e organizzare la cultura del conflitto e il conflitto.
Quello che bisogna essere capaci di fare oggi è andare a smuovere quel silenzio creando anzitutto solidarietà come quella che si è vista oggi ad Arborea; affrontare la vergogna della povertà non riducendola al caso singolo ma facendone un problema comune e ribadendo fortemente che la vergogna non è la povertà bensì la logica di un sistema economico che mantiene intatte le condizioni per una distribuzione del reddito e delle ricchezze che dire aberrante è poco; mettere in discussione la sacralità della proprietà privata e di conseguenza l’equazione giustizia=diritto.
Occorre ragionare su come mettere in moto anche nel nostro territorio una rete pronta a mobilitarsi ad ogni evenienza, tante sono le strade già tracciate e vincenti.

COMUNICATO DEL CSAG E DELLA FURIA ROSSA SULL’AGGRESSIONE FASCISTA A CREMONA

cagliariantifaDomenica 18 Gennaio, al termine della partita Cremonese-Mantova, alcuni esponenti di Casa Pound insieme a volti noti dell’estrema destra hanno vigliaccamente aggredito i compagni del CSA “Dordoni” a Cremona a pochi passi dalla sede del centro sociale.

Durante l’aggressione da parte di una sessantina di squadristi, Emilio, 49 anni, è stato ripetutamente colpito al volto con una spranga ed anche una volta a terra i vigliacchi hanno continuato a colpirlo in faccia e all’addome con calci e pugni, fino a che i compagni presenti nel centro sociale (non più di 7-8) l’hanno prontamente portato al riparo all’interno della sede. Purtroppo da subito sono apparse chiare le gravi condizioni dell’uomo che, trasferito all’ospedale, si trova ora in coma farmacologico con una estesa emorragia cerebrale e in prognosi riservata. Intanto alla sede del centro sociale Dordoni la polizia ha solo identificato gli aggressori e, per consentirgli di fuggire indisturbati, ha caricato i compagni rimasti a presidiare e difendere lo spazio.

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NIMBY ASTESSI TUI!

Tornano a girare con insistenza le voci che la Repubblica Italiana abbia finalmente deciso di affrontare il proscorie-nucleariblema delle scorie nucleari. Non definitivamente, perché mettere le scorie sotto terra non significa risolvere il problema per sempre ma solo posticiparlo di qualche millennio, ma comunque affrontarlo. E come sempre la Regione che appare la migliore per assolvere l’incarico è la Sardegna: terra antisismica, isolata al centro del Mediterrano e poco abitata. Al massimo ci passano i corsi, ma pure loro, si sa, contano poco.

Naturalmente in Sardegna c’è subito aria di mobilitazione, non appena si diffondono queste notizie. Tutti, ma dico tutti, si dichiarano pronti a fare le barricate. Tutti. Anche quelli che sostengono il governo nazionale. Anche quelli che hanno sostenuto i governi precedenti che avevano avuto la stessa idea di mettere le scorie in Sardegna.

Naturalmente c’è anche una piccola minoranza che si dice a favore, e che accusa i contrari di essere NIMBY.

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SIAMO CHARLIE?

vietL’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, accaduto il sette mattina a Parigi, è un evento che coinvolge tutti sia sul piano emozionale che su quello politico. Per questo, ribadendo prima di ogni cosa che quel sangue va rispettato e pianto, mi sento in dovere di fare alcuni ragionamenti su quanto successo.
In primo luogo il gesto, compiuto probabilmente da tre cittadini francesi, è un atto orribile. Nessuna persona che si dice di sinistra potrà mai solidarizzare con un gesto simile, e nessuno potrà parlare di contrappasso per le colpe dell’Occidente nei confronti del resto del mondo. È quasi inutile esprimere questa condanna, tant’è ovvio, ma credo sia importante metterlo in chiaro perché più avanti proverò a sviluppare dei ragionamenti complessi, che forse non sarò in grado di rendere abbastanza chiari nel passaggio tra la mia mente e la schermata di chi leggerà questo articolo. Dunque nessuna giustificazione, nessuna solidarietà con gli attentatori, nessuna vicinanza ideologica, nessun “il nemico del mio nemico è mio amico” e grande dolore per quanto accaduto. Detto questo, cercherò nelle prossime righe di affrontare quest’evento con un approccio complesso, che tenga conto delle mille sfaccettature della realtà che viviamo.

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