23 Luglio: Pro una Caminera Noa

È urgente uscire fuori dal processo di “periferizzazione” a cui la Sardegna è stata condannata da decenni di politiche subalterne.

Esiste l’esigenza di una Sardegna autodeterminata e sovrana in un contesto di relazioni e scambi internazionali solidali e giusti all’interno del conteso Europeo e Mediterraneo.

Per arrivare a ciò occorre lavorare a scelte strategiche fondamentali e, conseguentemente, occorre lavorare all’elaborazione di un apposito progetto culturale, politico, economico, sociale.

Proponiamo di ripartire dalle esperienze di opposizione sociale e di conflitto presenti in Sardegna contro gli effetti nefasti di capitalismo, centralismo, clientelismo e colonialismo per fare finalmente fronte comune e per la costruzione di un modello sociale ed economico alternativo a quello liberista incentrato sulla logica del profitto, della spoliazione del territorio e delle sue risorse e sull’iper sfruttamento del lavoro.

Lavoriamo per una società sarda in cui viga il pieno riconoscimento ed esercizio del diritto all’autodeterminazione, all’autogoverno e all’autodecisione dei singoli individui, delle comunità del nostro popolo, vale a dire di una compiuta democrazia dove tutte le opzioni politiche che riguardano il futuro della nazione sarda siano possibili senza ostacoli o diktat esterni.

Facendo seguito alla proposta promossa da più parti di trovare una convergenza tra diversi soggetti (partiti, associazioni, movimenti e singoli individui) di lavorare ad un progetto di liberazione sociale e nazionale sardo, pensiamo sia necessario avviare un percorso di condivisione che stabilisca alcuni punti base utili a costruire un percorso unitario chiaro.

Proponiamo una Piattaforma plurale e non vincolante se non negli obiettivi e nelle battaglie che si deciderà di condividere. Essa sarà una organizzazione che si oppone a qualunque forma di servitù, abbia essa carattere militare, industriale, economico, ideologico o culturale del popolo sardo.

La Piattaforma promuoverà il processo democratico, adottando una posizione chiara e inequivocabile di azione per vie esclusivamente politiche e democratiche. Gli strumenti di azione politica riconosciuti dalla Piattaforma sono l’adesione popolare, la mobilitazione democratica e la partecipazione politico-istituzionale.

Siamo consapevoli che senza lavoro non c’è libertà, e senza autodeterminazione in Sardegna non c’è esercizio vero dei poteri sovrani. L’impostazione centralista e semicoloniale dello Stato italiano va combattuta con la costruzione di una alleanza sociale, culturale politica ed economica, che abbia forza, capacità e intelligenza di imporre l’apertura, nella società sarda di una nuova stagione politica per un radicale cambio di rotta.

Vogliamo da subito sgombrare il campo da ambiguità e rendere manifesti i nostri valori e obbiettivi fondanti individuandoli e sottoscrivendoli in maniera pubblica. Siamo tutti concordi nel partire dalla discussione su tre punti:

• Diritto ed esercizio del diritto all’Autodeterminazione nazionale

• Sostenibilità ambientale

• Diritti civili, politici e sociali per tutti, compresi i migranti

Facciamo appello a tutte le forze dell’opposizione sociale e di classe, ai comitati, ai singoli e a tutti i soggetti interessati a condividere questo percorso di incontrarci domenica 23 luglio a Santa Cristina per fare un bilancio della situazione e iniziare a stabilire un programma di azione comune finalizzato a riscattare i lavoratori e tutti i cittadini della terra di Sardegna.

Programma di lavoro dell’assemblea “Pro una caminera noa”

Ore 10:00 – elezione comitato di gestione

Dalle ore 10:30 alle ore 12:00 – discussione libera: valori, obietivi, finalità.

Dalle ore 12:00 alle ore 13:30 – discussione libera: temi strategici per una Sardegna giusta socialmente, sostenibile, autodeterminata

Dalle ore 13:30 alle 15:00 – Pausa pranzo

Dalle ore 15:00 alle ore 17:00 – proseguo del libero dibattito sui temi strategici.

Dalle ore 17:00 alle ore 19:30 – discussione libera su metodi decisionali e selezione democratica

Ore 20:00 visita archeologica al complesso nuragico di S. Cristina

Migranti. Un analisi tra il concetto di accoglienza e la politica della paura.

Si è tenuta venerdì scorso a Sant’Anna, frazione di Marrubiu, una riunione pubblica organizzata dall’Amministrazione Comunale per discutere con la popolazione della proposta, giunta dal parroco del paese, di realizzare un centro di accoglienza per migranti nella borgata1.

Non ci interessa ora fare una descrizione dettagliata di come la riunione sia andata, quanto provare a sviluppare alcune riflessioni su quello che è diventato il tema principale del dibattito pubblico generale.

In particolare proveremo ad analizzare il fenomeno da due punti di vista differenti: da un lato la costruzione del migrante come capro espiatorio di tutti i mali; dall’altro lato, invece, la funzione che il migrante sta assumendo nel sistema economico italiano, attraverso un processo di valorizzazione e sfruttamento di questi soggetti. Proveremo inoltre a comprendere perché questo fenomeno esiste e perché in questi anni ha avuto un’ impennata così forte (sebbene non così forte da parlare di “emergenza” e “numeri allarmanti”).

La narrazione dominante: la paura dell’uomo nero

Durante l’assemblea era palpabile tra i presenti un timore diffuso per l’arrivo di questi ragazzi, un timore che riguardava gli aspetti economici piuttosto che quelli sociali e psicologi («viene vissuta dalla popolazione come una vera minaccia, e non per un problema di razzismo o mancante volontà di accoglienza, ma proprio perché la comunità è già sofferente per un insieme di problemi non risolti e dalla sensazione di essere abbandonata dalle istituzioni» c’era scritto nella lettera che gli abitanti di Sant’Anna hanno inviato alle principali istituzioni della provincia di Oristano2 e che ha portato poi all’assemblea pubblica).

Una paura oramai condivisa da moltissime persone, conseguenza della costruzione, da parte dei media e dei partiti dell’arco istituzionale, della retorica della “emergenza immigrazione”.

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