Frammenti di analisi sulle elezioni europee

1. Alle elezioni europee il primo “fronte” in Sardegna si conferma quello dell’astensione e del non riconoscimento delle forze politiche presenti ed è composto da 883.922‬ sarde e sardi cui vanno sommati i 2.601 che hanno consegnato la scheda in bianco e certamente una componente degli 8.514 che hanno annullato la scheda, per un totale di circa 890.000 persone.

Il secondo fronte è formato da una minoranza di 491.454 persone che hanno votato i partiti italiani presenti in Sardegna e che, volenti o nolenti, sono quelli che determinano i rapporti di forza (in questo caso comunque annullati dal sistema elettorale che permette ai sardi solo una partecipazione formale senza possibilità di eleggere eurodeputati).

A grandi linee tali forze si possono suddividere in 7 poli:

(1) Estrema destra (LN, FdI, CPI, FN). La Lega Nord – fatte le premesse di cui sopra – è il “primo” partito in Sardegna con 135.496 voti e va al 27,57%; se però facciamo un calcolo sul reale, rapportandolo al totale della popolazione sarda votante il suo peso è del 9.7%, dico ciò per disinnescare un po’ di allarmismi. Ciò però non ci deve far abbassare la guardia, anche perché c’è un aumento consistente di +41.725‬ voti rispetto alle politiche del 2018 (a mio parere un termine di paragone più idoneo rispetto alle europee del 2014 per la maniera eclatante con cui è cambiato il quadro politico e rispetto alle regionali 2019 influenzate in maniera maggiore dal voto al singolo candidato e dalla forte presenza dei partiti regionali).
Fratelli d’Italia prende 30.681 (6,24%) ma perde circa 4mila voti rispetto al 2018.
CasaPound prende 1.590 voti (-6.055) e Forza Nuova 366. La destra neofascista dichiarata soffre sempre più lo spostamento a destra della Lega Nord e di FdI.
Insieme fanno il 34,2% dei voti validi.

(2) Centro-Destra. Forza Italia, unica forza liberale nel panorama della destra italiana e unico possibile argine destro ai fascisti va in caduta libera con 38.389 voti (7,81%) e -90.114 rispetto al 2018. Tutti voti probabilmente spostati a destra.
Popolo della Famiglia prende 2.234 voti (0,45% e -3.703 voti) e Popolari per l’Italia 817 (0,17%).

(3) Movimento 5 Stelle. Si attestano come seconda forza in Sardegna con 126.301 voti e il 25,70%. Perdono 242.895 voti rispetto alle politiche del 2018 (e 45.915 rispetto alle europee 2014).

(4) Centrosinistra. Il PD prende 119.260 voti (24,27%). Nessun recupero se non quello percentuale dovuto al non voto, infatti perde 9.624 voti rispetto al 2018 (e 99.443 rispetto alle europee 2014).
I liberisti di +Europa prendono 10.269 voti (2.09%), circa 7mila voti in meno rispetto al 2018.

(5) Sinistra. La Sinistra prende 10.710 voti (2,18%), non è facilissimo fare un confronto ma con una forzatura e sommando i voti di PaP e Leu del 2018 abbiamo un -24.410 voti (-12.536 se confrontati all’Altra Europa del 2014).
Il Partito Comunista di Rizzo prende 4.299 Evoti (0,87%), perdendone solo 1000 rispetto al 2018.

(6) Ecologisti e animalisti. Europa Verde prende 7.863 voti (1,6%), +3.407 voti rispetto al 2018 dove correva insieme a socialisti e area civica, e +5.480 rispetto alle europee 2014.
Il Partito Animalista al suo esordio prende 2.019 voti (0,41%).
(7) Il Partito Pirata anch’esso al suo esordio prende 1.160 voti (0,24%).

Gli unici partiti cui all’aumento percentuale segue un reale aumento dei voti in Sardegna sono la Lega Nord e i Verdi (Europa Verde).
Indipendentisti sardi non pervenuti.

2. In provincia di Oristano ha votato il 35,1% degli aventi diritto (-0,92%), ma rende meglio l’idea il dato di chi non ha votato, cioè il 64,9% degli aventi diritto. In 48.320 sono andati a votare, 89.346 non sono andati.
La bidda con la più alta partecipazione è Baradili (46,15%) dove hanno votato 30 elettori su 65; quella con la maggiore astensione è Ula Tirso (ha votato il 24,46%) dove hanno votato in 114 su 466 aventi diritto.
Nel capoluogo la partecipazione è al 40,94% (+1,44%) con 11.082 votanti su 27.067.
Su 87 comuni l’affluenza si attesta sotto il 30% in 17 comuni(Bidonì, Busachi, Mogorella, Mogoro, Ruinas, Sagama, Samugheo, Santu Lussurgiu, Senis, Siamanna, Siris, Soddì, Suni, Tresnuraghes, Ula Tirso, Uras, Villaurbana); tra il 30% e il 35% (sotto la media provinciale) in 39 comuni; tra il 35% e il 40% in 22 comuni; sopra il 40% in 9 comuni (Allai, Baradili, Bauladu, Nughedu S.Vittoria, Oristano, Pompu, Simala, Sini, Tadasuni).
A occhio le variazioni maggiori rispetto al 2014 si denotano a Bosa (-36%), Soddì (-10,51%), Sennariolo (+14,7%) Modolo (+11,96%), Asuni (+10,83).

L’Unione Europea continua a non fare breccia nel cuore di chi vive nella periferia della periferia, cui si deve aggiungere la coscienza dei sardi di subire la circoscrizione unica con la Sicilia che non permette di eleggere rappresentanti sardi. I primi dati vanno proprio in questa direzione, con tutti gli eurodeputati eletti in Sicilia e zero in Sardegna.

3. Dando uno sguardo ad alcune zone della provincia di Oristano, storicamente tendenzialmente di sinistra (penso) si denota l’avanzare della Lega. Nel #Barigadu la Lega Nord vince a Allai 37, Bidonì 24, Neoneli 53, Ula Tirso 30, Villanova Truschedu 40; il PD vince a Busachi 120, Ardauli 105, Fordongianus 90, Boroneddu 20; il M5S solo a Sorradile con 28; Fratelli d’Italia vince Nughedu con 44. Nella subregione vince comunque il PD con 516 voti, Lega 446, M5S 384. In quasi tutti i comuni il Partito Comunista batte La Sinistra con il probabile effetto simbolico della falce e martello.
Nel #Guilcer la Lega vince a Aidomaggiore 33, Abbasanta 287, Paulilatino 214, Soddì 8; i 5S a Norbello 111, Ghilarza 390, Sedilo 178, Tadasuni 21. In nessun comune vince il PD. La Lega prende in totale 1117 voti, i 5S 1029, il PD 920.
Nel #terralbese dominio leghista a Arborea 423, a Terralba 892 e Snarci 210; i 5S vincono a Marrubiu 409 e Uras 213. In tutta l’area Lega 2.099, M5S 1780, PD 1235.
Il #CampidanoDiOristano, zona storicamente roccaforte della destra conservatrice e reazionaria, si conferma come tale e dopo i domini di DC e Forza Italia è il turno del dominio dei padani. La Lega Nord sbanca praticamente in tutti i comuni: Bauladu, Cabras, Milis, Nurachi, Oristano, Santa Giusta, Riola Sardo, Palmas Arborea, Ollastra, Siamaggiore, Solarussa, Zerfaliu e Zeddiani. Come consuetudine i picchi maggiori si raggiungono a Zeddiani (44%) e Cabras (43%). Solo a Baratili, San Vero Milis, Tarmatza e Simaxis vince il Movimento 5 Stelle; neanche in un comune vince il PD. In tutta l’area la Lega totalizza 6.619 voti; il M5S 5.461; il PD 3.974.
Il #Montiferru si tinge di verde con la vittoria leghista in tutti i comuni (Bonarcado, Cuglieri, Narbolia, Santu Lussurgiu, Scano, Sennariolo) tranne a Seneghe dove per tre voti vince il PD. La Lega porta a casa 1.030 voti in tutto il Montiferru; il M5S 805; il PD 759.
Anche in #Marmilla, zona invece storicamente di sinistra vince la Lega con 1.305 voti, seguita dal M5S con 1.235 voti e il PD 1.011 voti. I leghisti vincono ad Assolo, Baressa, Masullas, Mogorella, Ruinas, Simala, Sini, Villa Verde, Villaurbana e in modo più netto a Senis con il 48% e a Nureci con il 50%. Il M5S vince ad Ales, il paese di Gramsci, dove la Lega prende solo 80 voti, ad Asuni, Gonnostramatza, Mogoro, Morgongiori, Pompu e a Gonnoscodina (dove si registrano 19 voti al Partito Comunista). Il Partito Democratico vince a Albagiara, Baradili, Curcuris, Siris, Villa Sant’Antonio e Usellus. Voto nostalgico a Pau dove vince Berlusconi.

4. A Riace, paesino della Calabria intorno al quale si è costruita la narrazione di città dell’accoglienza ha vinto la Lega Nord.
A Casal Bruciato, passato alle cronache per le forti proteste “dei cittadini” e di Casa Pound che volevano negare l’alloggio agli stranieri al grido di “prima gli italiani” e tricolori nei balconi, ha vinto il PD e Casa Pound è stata superata di diverse centinaia di voti dal Partito Comunista.
A Modena, dove secondo i commenti che si leggono ogni giorno da anni nei giornali online sembrava esistessero ormai solo leghisti e destri di ogni sorta, ha vinto il centro-sinistra e nettamente al primo turno.

Morale: i social network e le costruzioni mediatiche sono una cosa, la realtà è un’altra cosa. I primi sono un filtro della seconda, la seconda è il vero posto dove dobbiamo stare.

continua…

Processo rinviato a Novembre

Per la terza volta e sempre per errore di notifica il processo è stato rinviato al 7 Novembre 2019.

Di seguito un articolo de La Nuova Sardegna:

Offese all’ex questore, a novembre l’abbreviato

di Michela Cuccu
ORISTANO. Doveva essere il giorno delle prime deposizioni dei testimoni, invece, nessuno al processo per diffamazione contro tre componenti del collettivo Furia Rossa, nemmeno le parti offese ovvero, l’ ex questore Francesco Di Ruberto, il dirigente della Digos Vincenzo Valerioti e il poliziotto Andrea Brigo, ha deposto davanti al giudice Antonio Mascia. Ieri infatti il giudice monocratico del tribunale di Oristano ha accolto la richiesta dell’avvocato Rosaria Manconi, legale della difesa, di tenere il processo con rito abbreviato. L’udienza si terrà a porte chiuse il 7 novembre prossimo. La vicenda risale ormai a quattro anni fa. Era il 2015: ad Arborea, era in corso lo sfratto di una famiglia di agricoltori, gli Spano. Avevano perso casa e podere per un mutuo non completamente pagato. Non fu uno sfratto semplice: per settimane comitati e comuni cittadini, presidiarono l’azienda nella speranza che lo sfratto non si facesse. Alla fine gli Spano dovettero andare via, a seguito di un massiccio intervento delle forze di polizia che dovevano eseguire un ordine del Tribunale e che si trovarono a fronteggiare un piccolo esercito di manifestanti che cercavano di tutelare il diritto della famiglia ad avere un tetto. Sul blog di un collettivo oristanese, Furia Rossa, comparve un articolo in cui si leggeva la frase ritenuta offensiva dai querelanti. La frase inizialmente fu attribuita a sei ragazzi del collettivo. Successivamente, dopo ben tre richieste di archiviazione e altrettante opposizioni delle parti offese assistite dall’avvocato Rossella Oppo, la stessa venne attribuita ai soli Mario Figus (27 anni), Davide Pinna (26 anni) e Marco Contu (24 anni), tutti e tre difesi dall’avvocato Rosaria Manconi. È a loro che l’ex questore Francesco Di Ruberto, il dirigente della Digos Vincenzo Valerioti e il poliziotto Andrea Brigo chiedono il risarcimento dei danni pari a 220mila euro.(m.c.)

Liberare il lavoro in Sardegna*

foto di Roberto Pili

Poco più di un mese fa l’Istat ha pubblicato i dati medi relativi al mercato del lavoro nel 2018; un dato molto importante per poter leggere e analizzare la fase attuale e farsi un’idea, sebbene parziale, del mercato del lavoro in Sardegna.

Dai dati Istat si evince che la popolazione in età lavorativa in Sardegna nel 2018 è di 1.450.000, si perdono 4000 unità rispetto al 2017.
743 mila sono femmine, 707 mila sono maschi; la quota maggiore si inserisce nella fascia d’età 25-54 anni con 686 mila unità (-12.000), 619 mila nella fascia 55-e oltre (+10.000), 145 mila nella fascia 15-24 anni (-2000). Segno evidente di una popolazione che invecchia sempre più senza alcun ricambio e probabilmente di nuova emigrazione.

Il tasso di occupazione si attesta al 52,7% (+2,2% rispetto al 2017); il TdO italiano è al 58,5%, ci si distanzia quindi di 5,8 punti % dalla media italiana (nel 2017 la distanza era del 7,5%). Come da tanti anni la nostra isola si colloca sestultima per tasso di occupazione, ma sempre decisamente avanti rispetto alle regioni del Meridione (addirittura +12% rispetto al tdo siciliano). Tra le regioni del c.d. Mezzogiorno l’incremento annuale sardo è quello più consistente ed è l’unica regione che sul decennio ha superato il TdO del 2008 (+0,4 punti); stando al quinquennio 2013-2018 corrispondente al periodo di governo della giunta Pigliaru, il TdO è aumentato del 4,3%.
Il TdO femminile sardo è al 45% (+2,9%), a 4,5 punti dalla media italiana (49,5%): erano 6,8 nel 2017. Il TdO maschile è al 60,4% (+1,7%) quindi 7,2 punti dalla media italiana. Molto importante il dato della crescita dell’occupazione femminile.
A livello provinciale la situazione è la seguente: Sassari 54% (+3,6%), Cagliari 53,8% (-1,1%), Oristano 53,2% (+5,2%), Sud-Sardegna 51,2% (+4,4%), Nuoro 49,7% (+1%). Stupisce fin troppo l’incremento occupazionale nella provincia di Oristano che si attesta la prima provincia dello Stato per crescita di questo indicatore, e anche il Sud-Sardegna è tra le prime. In una classifica inversa sul totale di quelle italiane Nuoro si conferma al 26° posto, il Sud-Sardegna al 30° (22° nel 2017), Oristano al 32° (24° nel 2017), Cagliari al 34°, Sassari al 35°.
Il TdO femminile più elevato si conferma nella provincia di Cagliari con il 47,7% (+1%), seguita da Oristano con il 46,6% (+4,8%) e SS con il 45,5%; Nuoro (43,8%) e Sud-Sardegna (40,7%) rimangono sotto la media regionale.
Il settore dominante in Sardegna continua a essere quello dei servizi con 454mila occupati (+20.000), seguito dall’industria “in senso stretto” (estrazione di minerali da cave e miniere, manifattura, fornitura energia elettrica, gas, acqua etc..) con 57mila occupati (+3mila), costruzioni con 39mila occupati (meno un migliaio) e agricoltura con 33mila occupati (meno un migliaio).

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Presentazion del libro “Non si ruba sul latte versato”

Si terrà mercoledì 8 Maggio alle ore 17 da Librid (piazza Eleonora) la presentazione oristanese del libro “Non si ruba sul latte versato. Sullo sciopero dei pastori sardi”.
Il libro, realizzato dalla redazione di Infoaut e edito da DeriveApprodi, è un racconto sulle proteste dei pastori che hanno attraversato la Sardegna negli scorsi mesi e ripercorre gli avvenimenti attraverso testimonianze dirette e con le parole dei protagonisti seguendo un filo preciso della rivolta: lo scontro con gli industriali è stato uno scontro di classe?

Qui l’evento facebook —> https://www.facebook.com/events/892665841085114/