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Regione: centrali a biomasse vicino ai centri abitati

«In Sardegna impianti a biomassa vicini ai centri abitati», la prospettiva arriva da un comunicato stampa congiunto del’assessora regionale all’Industria, Anita Pili, e di quello all’Ambiente, Gianni Lampis. Non si sa altro, ma ormai dovremmo esserci abituati: da quando è arrivato Solinas infatti, le delibere di Giunta vengono approvate ma non pubblicate immediatamente sul sito. I comuni cittadini, dunque, non ne conoscono il testo, e nemmeno la stampa, che si ritrova a dover rilanciare i comunicati dell’esecutivo nei quali, ovviamente, c’è scritto solo quello che Solinas e i suoi vogliono far trasparire. Il motivo non lo si capisce, dato che qualsiasi comune in pubblica le delibere di Giunta poche ore dopo averle approvate, al massimo il giorno dopo. Per la Regione no, e i tempi di attesa sono del tutto arbitrari, talvolta di settimane.

Perciò dobbiamo attenerci al comunicato rilanciato nella mattinata dalle testate online isolane. E nel testo, fra gli impianti finanziabili dalla Regione, rientrano anche quelli di tipo cogenerativo con teleriscaldamento. Per farla semplice, si tratta di impianti che producono energia tramite la combustione di biomasse e che utilizzano una parte del calore prodotto, che altrimenti si disperderebbe, per alimentare impianti di riscaldameno che possono servire edifici di ogni genere. Più avanti, i due assessori prospettano anche la modifica dei piani urbanistici comunali, allo scopo di consentire la realizzazione di «impianti termici a biomassa in prossimità dei centri urbani».

Ora, intendiamoci, su queste basi non è possibile fare alcuna previsione su ciò che questa delibera comporterà. Bisogna attendere la pubblicazione del testo integrale che, in un paese civile, sarebbe già dovuta avvenire. Sicuramente, le esperienze delle speculazioni energetiche, tentate e spesso riuscite, avvenute sulla terra sarda negli ultimi anni non lasciano ben sperare rispetto alle intenzioni della giunta Solinas. D’altra parte, il termine biomasse è tropppo generico: dentro ci finiscono colza e pellet, così come residui di lavorazioni industriali, rifiuti di allevamento o rifiuti urbani.

Senza entrare nel merito di questioni ambientali e ingegneristiche legate al funzionamento degli impianti a biomassa, e dunque senza formulare un no aprioristico, alcuni paletti vanno posti preventivamente:

  1. Gli impianti di produzione energetica dell’isola devono essere finalizzati al consumo interno e dunque dimensionati in relazione con questo aspetto.
  2. Ogni intervento sul territorio va concertato e condiviso con le comunità che lo abitano.
  3. I principi della tutela ambientale e della salute sono incondizionati e non negoziabili.

Attendiamo la pubblicazione della delibera, per poter fornire un giudizio più completo.

dp