La Grande Guerra vista dalla Sardegna: appunti per una contronarrazione

Con grande piacere pubblichiamo il link all’opuscolo che abbiamo realizzato come continuazione scritta del dibattito che si è tenuto il 7 settembre a Oristano, in occasione dell’incontro Totu un’àtera storia.

Dal link potete scaricare l’opuscolo di venti pagine e vi invitiamo a usarlo e diffonderlo liberamente, possibilmente citando la fonte. Troverete tre articoli, che non puntano a dare una lettura scientifica di quel periodo storico, ma cercano comunque di fornire alcuni spunti interpretativi utili per il dibattito su cosa è stato e cosa è ancora oggi il mito della Prima guerra mondiale in Sardegna.

Ecco un piccolo estratto, proveniente dall’articolo firmato da Omar Onnis:


“Lo choc e l’orrore che i nostri nonni e bisnonni dovettero sopportare tra 1915 e 1918, tra il Carso, il Piave e l’Altopiano di Asiago, erano indicibili, troppo duri da cancellare ma ancora più duri da rievocare. Chiunque abbia avuto in casa un ex sassarino della Grande Guerra questo lo sa.

Al di là della patina retorica, i fatti furono allora decisamente molto meno esaltanti e poetici di come ci piace ripensarli adesso.

La leva obbligatoria che toglieva braccia preziose alle famiglie, il trauma del viaggio in piroscafo e in treno fino al fronte, la demenzialità ottusa della guerra di trincea, la perdita drammatica, violenta, di parenti, amici, compagni, potevano essere compensati solo in scarsa misura dallo spirito di corpo e dal senso di emulazione”


Da qui potete leggere l’opuscolo e scaricarlo:
La Grande Guerra vista dalla Sardegna: appunti per un contronarrazione