La danza degli spettri al Consiglio Provinciale di Oristano

fantozzi2Giovedi 26 febbraio, a una settimana di distanza dal mercoledi delle ceneri del progetto Solar Power (18 febbraio) e a pochi giorni dal venerdi nero della Giunta Tendas (20 febbraio) la questione della centrale di produzione termodinamica e biomassa approda finalmente in Consiglio Provinciale.
Quale migliore occasione per dimostrare sul campo la necessità della funzione di una istituzione rappresentativa territoriale, quale quella provinciale, considerata da tempo come un elemento di disturbo dal potere centrale e dagli squali del territorio e per questo additata al pubblico ludibrio come ente inutile e luogo di spreco?

Tuttavia questa intera vicenda, che muove da settimane l’opinione pubblica, che è stata dibattuta fin nei dettagli persino dagli studenti delle scuole e che ha mandato clamorosamente k.o. la giunta comunale del capoluogo è stata ignorata dal Consiglio Provinciale fino alla vigilia del termine ultimo di presentazione al servizio regionale SAVI delle “osservazioni” maturate nel territorio (fra cittadini,associazioni e organismi rappresentativi), cioè il 1° marzo; ovvero, su questo problema il Consiglio Provinciale ha ritenuto fino ad oggi di non avere nulla da dire, in singolare sintonia con la dottrina centralista e la campagna demagogica di silenziamento delle province che lo vuole morto. E infatti la seduta di giovedi 26 febbraio è parsa essere, al cospetto di un pieno di pubblico e di una paziente attenzione di quasi cinque ore, una seduta di fantasmi.

E’ bene ricordare che il progetto Solar Power, al vaglio da due anni in interlocuzioni segrete tra investitore e sindaco, reso pubblico ma coperto da totale discrezione dal 7 novembre, ripubblicato il 29 dicembre solo una settimana prima della scadenza dei sessanta giorni di rito e solo per un provvidenziale errore materiale, quindi riavviato di nuovo al vaglio del servizio tecnico regionale con affissione di sessanta giorni ma senza informazione pubblica alcuna, e venuto fortunosamente alla luce solo un mese fa, quindi suo malgrado passato finalmente alla discussione di una assemblea pubblica praticamente fuori tempo massimo (cioè il cinquantesimo giorno) e di qui oggetto di “osservazioni” critiche pesanti come macigni da ogni dove; bene, in tutto questo imprevisto fragore questo progetto non ha nemmeno sfiorato l’attenzione del Consiglio Provinciale fino a lunedi 23 febbraio, allorché un consigliere, Sebastian Madau, ha depositato una mozione poi appunto discussa ieri, giovedi 26, praticamente alla soglia del passaggio SAVI programmato con avvio al 1° marzo.

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NO ALL’IMPIANTO: UNA VITTORIA DEI CITTADINI E UNA SCONFITTA DI TUTTA LA CLASSE POLITICA ORISTANESE

Maggioranza battuta, giunta Tendas in gravissime difficoltà, e approvazione dell’ordine del giorno contro l’impianto ibrido solare termodinamico – biomasse. Questo il riassunto delle quasi quattro ore di consiglio comunale straordinario di venerdì 20 febbraio.

Il Segretario generale è stato chiaro, l’ordine del giorno ha un valore politico, ma non può 24avere influenza su atti di carattere privatistico fra il comune e l’azienda, nello specifico la convenzione che regolerà i rapporti fra l’amministrazione comunale e la San Quirico Solar Poewer srl, nel caso il progetto venisse approvato dal SAVI. Eppure il nocciolo della questione è proprio questo, il sindaco Tendas e la sua giunta hanno gestito la questione del progetto dell’azienda altoatesina abdicando al proprio ruolo politico e presentandosi come dei notai, per non dire passacarte. E dunque l’ODG, sebbene probabilmente non otterrà gli effetti voluti e il Comune non potrà recedere dalla convenzione firmata con  l’azienda, ha un enorme merito, riportare la questione sul piano politico dal quale era stata sfrattata in maniera abusiva. E oltre a questo merito, che è quello che interessa noi della Furia Rossa, ha tante altre conseguenze politiche che affronteremo più avanti.

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NON DIRE NO!

Quando si parla dei mali che affliggono la Sardegna, moltissime persone dicono che la causa principale va cercata nella mentalità dei sardi. A seconda della posizione sostenuta da chi parla, questa mentalità assume caratteristiche diverse: una volta siamo troppo chiusi, un’altra troppo servili; una volta siamo invidiosi, una volta troppo solidali. Il nostro parere è che la mentalità collettiva di un popolo sia un concetto molto debole e che i sentimenti sono ciò che accomuna l’uomo al di là di confini e bandiere. Non è che i sardi sono invidiosi, o testardi, o servili o incapaci di fare gruppo (o meglio, non è che lo sono più o meno dei corsi, dei thailandesi, dei norvegesi o dei samoani): è che abitano in una terra soggetta a sfruttamento di tipo coloniale da parte di vari paesi europei e di varie aziende che operano soprattutto nell’ambito dell’energia o della tecnologia militare.

La nuova frontiera Sardegna,_Italydello sfruttamento coloniale è la speculazione energetica, che si porta dietro tante belle cose come il land grabbing e l’inquinamento. Cosa sia qust’ultimo non c’è bisogno di spiegarlo, forse invece a qualcuno può servire una rapida definizione del primo termine: letteralmente “accaparramento della terra”, si tratta di una pratica portata avanti da aziende multinazionali perlopiù nei Paesi del su del mondo, che vede l’affitto di terreni agricoli e la loro sottrazione alle popolazioni locali allo scopo di insediarvi monocolture finalizzata alla produzione alimentare (ovviamente destinata all’occidente) o di biocombustibili. Anche la Sardegna subisce queste pratiche, e ne sono un esempio la volontà di impiantare la monocultura del cardo in Cab’e Susu e della canna comune (Arundo donax) in Cab’e Josso per la produzione di biocombustibili. Si tratta di pratiche che ci accomunano ai Paesi del Sud del mondo, per chi avesse ancora dubbi sulla nostra condizione di colonia.

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SIMAXIS DICE NO AL COGENERATORE!

Il Comitato Civico per la tutela della Salute di Simaxis vi invita tutti a partecipare alla manifestazione per ribadire il dissenso contro il Cogeneratore che minaccia gravemente il nostro territorio.

Venerdi 20 Febbraio a partire dalle ore 15:00 tutti uniti sfileremo pacificamente per le vie principali del paese per difendere il nostro diritto alla Salute.

Il Cogeneratore ad olio animale che sorge alle porte del centro abitato è attualmente sigillato per irregolarità dai NOE ma è ben lungi dall’essere chiuso per sempre, in quanto è stata tenuta una Conferenza dei Servizi per autorizzarlo a posteriori.

Noi diciamo NO all’ inquinamento da diossina e nano particolati che sono tra i principali fattori ambientali scatenanti di malattie cardio respiratorie e tumori.
Noi difendiamo la nostra terra e il nostro futuro.

Tutti insieme possiamo fermarlo!

PROGRAMMA MANIFESTAZIONE

 Ore 15:00- Raduno presso il Campo Sportivo Comunale, ( largo Carlo Felice)

Ore 15:30- Partenza e corteo per le vie del Paese

Ore 18:00- Rientro al Campo Sportivo, zippolata e concerto del gruppo Nasodoble.

I Nasodoble, capitanati da Alessandro Carta nascono a Sassari nel 2004.
Nell’estate 2014 rilasciano il brillante singolo “Cazz..Boh” nel quale con tragica ironia descrivono il disastro politico, sociale, mafioso, militare e industriale della Sardegna.

http://youtu.be/HykSZCdc3YQ

Non perdetevi la loro performance e tutti insieme
lottiamo per difendere la nostra salute e il territorio.

Il Comitato ringrazia tutti coloro che vorranno dare un contributo con cartelli e striscioni.

Per maggiori info:
fb: Simaxis Comitatocivicoperlasalute
e.mail: comitatocivicosimax@gmail.com

Imoi bastat!

bastatLa storia è sempre la stessa: in Sardegna hanno grandi estensioni di terre, sono pochi e non hanno lavoro.

Avantieri ci hanno riempito di poligoni di tiro, basi militari e nucleari e luoghi top secret: oggi siamo il 2% della popolazione italiana e abbiamo il 67% delle servitù militari italiane, migliaia e migliaia di ettari sottratti alla popolazione e un’alta quanto inquietante percentuale di tumori proprio in quelle aree.

Ieri hanno deciso di regalarci un Piano di Rinascita: hanno costruito decine e decine di fabbriche, cattedrali nel deserto che son durate il tanto di procurare qualche miliardo di profitti ai padroni e il necessario per barattare posti di lavoro e cariche istituzionali per qualche decennio: oggi abbiamo fabbriche chiuse e inquinanti, la socializzazione delle perdite e la regione più povera e con più disoccupazione dello stato italiano.

Oggi hanno deciso che siamo buoni per le energie alternative, e basta un viaggio dal nord al sud per capire la portata del fenomeno: decine di migliaia di ettari di suolo agricolo svenduti a imprenditori di tutto il mondo per costruire campi fotovoltaici e impianti di ogni tipo quasi fosse un nuovo sport. Si prendono i milioni di incentivi per le energie alternative, ci abbindolano dando al progetto o all’affare un nome in sardo, due parole sulla salubrità dell’impianto e qualche posto di lavoro per qualche mese e su sardu, omine balente, est frigau! In realtà non è che un nuovo tipo di colonialismo: il capitale si evolve e non diventa buono perché investe in energia pulita, la sua logica è solo una ed è quella del profitto. Ovviamente ce ne accorgeremo dopo venti anni quando ricorderemo ai nostri figli che anche quella volta abbiamo barattato il lavoro con la salute e la distruzione del nostro territorio; quando ricorderemo che  un ricco signore di Bolzano è venuto nella nostra terra e siccome aveva i soldi gli abbiamo permesso di cambiare l’ecosistema delle nostre campagne dove un tempo coltvavamo di tutto e lì, lui, si è fatto i milioni grazie ai nostri campi e oggi l’unica cosa che resta sono tonnellate di ferraglia che dobbiamo smaltire coi nostri soldi. Che non abbiamo.
IMOI EST S’ORA DE DD’ACABAI! SU POPULU DETZIDIT, SU SINDIGU FIRMA!