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Golf a Torregrande, regaliamo la pineta senza nulla in cambio?

È questione di settimane, perché arrivi la decisione definitiva della Regione sul progetto dell’Ivi Petrolifera a Torregrande. Ieri si è svolto l’ultimo passaggio pubblico formale, la presentazione pubblica del progetto con la possibilità da parte dei presenti di fare le proprie osservazioni. Non entreremo nel merito delle osservazioni, ben fatte, proposte in forma scritta dal Gruppo di Intervento Giuridico e dal Comitato cittadino e poi ribadite ieri in forma orale. Sono questioni tecniche, per le quali esistono ovviamente interpretazioni discordanti: saranno gli uffici della Regione a fare le loro valutazioni.

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Rassegna stampa sull’ultima udienza

Di seguito la rassegna stampa sul processo per il reato di opinione al nostro Collettivo che si sta svolgendo presso il Tribunale di Oristano. Il pubblico ministero Giuseppe Scarpa, durante l’udienza del 27 Gennaio, ha chiesto 8 mesi di reclusione per Davide, Marco e Mario.

La Nuova Sardegna, «Polizia offesa, condannateli» ☛ https://www.lanuovasardegna.it/oristano/cronaca/2020/01/28/news/polizia-offesa-condannateli-1.38396726

L’Unione Sarda, Diffamazione ai danni della polizia, chiesti otto mesi per tre studenti ☛ https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/oristano-provincia/2020/01/27/diffamazione-ai-danni-della-polizia-chiesti-otto-mesi-per-tre-stu-136-980273.html

LinkOristano.it, Chiesti otto mesi per i tre militanti di Furia Rossa accusati di diffamazione ☛ https://www.linkoristano.it/prima-categoria/2020/01/28/chiesti-otto-mesi-tre-militanti-furia-rossa-accusati-diffamazione/
Furia Rossa: sit-in di solidarietà per i militanti a processo ☛ https://www.linkoristano.it/prima-categoria/2020/01/27/furia-rossa-sit-solidarieta-militanti-processo/

Per alcuni videoracconti rimandiamo a SardignaNatzione.Tv

UN NOSTRO COMPAGNO INDAGATO PER I BLOCCHI DEI PASTORI

Un procedimento penale è stato avviato in questi giorni a carico di un nostro compagno per aver partecipato a una manifestazione dei pastori svoltasi l’11 Febbraio 2019 sulla 131 all’altezza di Uras.

I reati contestati sono quelli di manifestazione non preavvisata, partecipazione a pubblica manifestazione con il volto travisato e blocco stradale. Queste ultime due fattispecie in particolare sono state recentemente interessate dai decreti sicurezza di Salvini, che ha reso nuovamente penale il reato di blocco stradale e ha fortemente aumentato sia le sanzioni economiche che quelle detentive per i reati in questione, nell’ottica di contrastare e punire chi manifesta per i diritti sociali.

Le accuse sono assolutamente pretestuose, infatti il nostro compagno – che tra l’altro si è imbattuto casualmente nella manifestazione mentre percorreva la 131 – non può in alcun modo essere considerato tra i promotori nemmeno secondari della manifestazione, tantomeno può essere considerata vera l’accusa di aver avuto il volto travisato, cosa che peraltro non avrebbe avuto alcun senso, in una situazione di piazza in cui vi era spesso vicinanza fisica e dialogo tra pastori e fdo. Ci chiediamo infine se la mera presenza in una manifestazione in cui si blocca una strada costituisca di conseguenza reato di blocco stradale.

Respingiamo al mittente queste provocazioni e cogliamo l’occasione per rinnovare in maniera ancora più forte tutta la nostra vicinanza ai pastori e ai solidali colpiti dalla repressione, che a quanto pare è l’unica risposta insieme alla propaganda che questo governo riesce a dare ai bisogni sociali delle lavoratrici e dei lavoratori sardi.

Collettivo Furia Rossa

ORISTANO: IL MERCATO È ANCORA CHIUSO, MA I CENTRI COMMERCIALI SPUNTANO COME FUNGHI

Fino agli anni Cinquanta il mercato di Oristano era nella sua piazza centrale, poi si decise che era meglio costruire un obbrobrio architettonico come il SO.TI.CO. Simbolo di una malcompresa volontà modernizzatrice che già, agli inizi del secolo, aveva portato alla distruzione della gran parte dei resti dell’architettura medievale cittadina, questa scelta racconta anche l’evoluzione di una città che ha lentamente, ma inesorabilmente, tagliato i ponti col suo circondario agricolo.

Il nuovo mercato, realizzato contemporaneamente in via Mazzini, è chiuso ormai da anni, per lavori di ristrutturazione che ormai sembrano destinati a durare ancora a lungo. Si lamentano i commercianti, relegati in una struttura più piccola, meno centrale e con meno comfort, e che riesce sempre di meno a reggere la concorrenza dei supermercati che stanno spuntando un po’ ovunque in città.

Già, perché il contraltare della svalorizzazione del mercato civico è la diffusione inaudita di

L’ingresso posteriore del mercato civico. Foto tratta dal sito del Comune di Oristano.

punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata: è appena terminata la costruzione del nuovo centro commerciale di Pratz’e Bois, quando spunta fuori un progetto per una lottizzazione commerciale in via Vandalino Casu, verso Fenosu. Conosciamo bene il corollario che accompagna la nascita di questi spazi: contratti a termine, orari che non lasciano tempo libero ai dipendenti, aumento dell’inquinamento (tra imballaggi di plastica e necessità di trasportare le merci su gomma per lunghissimi tratti), devastazione del tessuto produttivo locale specializzato nell’agricoltura e nella produzione alimentare.

C’è una bella differenza tra il commercio fatto dalla GDO, che punta esclusivamnte al profitto, e quello dei negozi di piccola e media dimensione, a gestione locale. In questa condizione perdurante di crisi economica, pensiamo sia assurdo pretendere che i cittadini autoregolino eticamente le proprie scelte di acquisto. Le istituzioni devono sostenere i piccoli produttori, i mercati e piccoli e medi negozi e, ovviamente, i cittadini che, altrimenti, non potranno fare altro che andare a comprare dove i prezzi sono più bassi. Questa situazione è influenzata dalle azioni praticabili su più piani politici, dal livello globale fino a quello locale. Per questo pensiamo che anche le amministrazioni comunali possano lavorare in questa direzione. Certamente non lo hanno fatto le ultime due amministrazioni oristanesi, quella di centrosinistra e quella di centrodestra, la prima troppo occupata a sostenere progetti speculativi esterni come il termodinamico di San Quirico e il campo da golf di Torregrande, la seconda impantanata in un’inattività amministrativa che dura ormai da un anno e mezzo.

Sbloccare la situazione del mercato civico è un’esigenza fondamentale della città, ma serve anche altro. Serve la volontà di costruire una vera rete con il circondario, di smetterla di puntare alla creazione di posti di lavoro precari e di pensare piuttosto alla costruzione di un reale modello alternativo a quello odierno. Oristano ha il 44% di disoccupazione giovanile, non saranno 100 posti in un albergo o 15 in un nuovo supermercato a invertire la rotta di una città che va spedita verso l’autodistruzione. Serve un programma di valorizzazione e difesa del territorio, capace di costruire una ricchezza collettiva che sia in armonia con l’ambiente e con i diritti sociali.

FERMATO (PER ORA) IL PROGETTO DEL TERMODINAMICO A SAN QUIRICO

I partecipanti all’assemblea del 10 febbraio 2015 contro il termodinamico di San Quirico

La notizia è di qualche giorno fa: il progetto, della bolzanese Solar Power, per la costruzione di una centrale di produzione energetica mista termodinamico/biomasse nei terreni della borgata agricola di San Quirico, tra Oristano e Palmas Arborea, è stato bloccato dagli uffici regionali. L’azienda non era effettivamente in possesso di di tutti i terreni coinvolti nel progetto, questa la motivazione dello stop. In tanti si stanno attribuendo in questi giorni parte del merito ed effettivamente in tanti hanno contribuito: noi però crediamo fermamente che il primo e principale ringraziamento debba essere rivolto ai membri del Comitato per la Salute e la Qualità della vita di San Quirico e Tiria, che hanno lottato instancabilmente per anni contro un progetto i cui risvolti politici – e forse anche giudiziari – non sono ancora del tutto chiari. La Furia Rossa denunciò mesi fa l’esistenza di sostenitori occulti all’interno della classe politica regionale e locale, persone che sostenevano il progetto senza però esporsi direttamente. La guerra, spiegano i membri del comitato, non è ancora finita, ma quella messa a segno nei giorni scorsi potrebbe essere una vittoria decisiva.

Quasi quattro anni fa, il 10 febbraio 2015, il nostro collettivo organizzò insieme ai membri del comitato una delle primissime iniziative pubbliche contro il progetto. All’assemblea presero parte poco meno di cento persone, riempiendo la sala CPS del Liceo Classico De Castro. Slogan dell’assemblea una frase dal significato molto preciso: IL POPOLO DECIDE, IL SINDACO FIRMA. Altri tempi, forse, ma quella sala piena è la dimostrazione che anche a Oristano le persone si muovono, se si lavora bene.