Archivi categoria: CITTA’&PROVINCIA

Libertà (su cauzione) di manifestare

Il Comune di Oristano ha adottato un regolamento che, fra le altre cose, prevede la possibilità da parte dell’amministrazione di chiedere una cauzione agli organizzatori di manifestazioni politiche. Sia che siano sindacati o partiti dotati di risorse economiche, sia che siano semplici gruppi di cittadini o studenti. Crediamo sia un fatto molto grave. Già solo la costituzione italiana stabilisce che il diritto a manifestare sia un diritto fondamentale, che non può essere mai limitato. Ci auguriamo che il consiglio comunale riveda l’articolo in questione (ossia il 41 del nuovo regolamento sul decoro urbano). Ad ogni modo si tratta di una misura inapplicabile, perché le leggi vigenti stabiliscono che l’unico presupposto necessario per il regolare svolgimento di un corteo politico sia il preavviso alla Questura – con la giurisprudenza che segnala che è sufficiente che la convocazione del corteo sia in forma pubblica perché la Questura sia preavvisata, senza dunque la necessità della comunicazione scritta – e la segnalazione alla polizia municipale, per semplici esigenze di controllo del traffico automobilistico. Nessuna cauzione può essere richiesta per lo svolgimento di una manifestazione politica.

Il diritto alla trivialità (processo al collettivo furia rossa)

di Gian Luigi Deiana

I notiziari di oggi 12 ottobre riportano una lapidaria dichiarazione resa dal presidente della repubblica sergio mattarella in un incontro con studenti ricevuti al quirinale: “il potere inebria”; condivido al duecento per cento questa fondamentale affermazione ed è sotto la sua autorità che esprimo il mio giudizio sulla surreale vicenda del processo a carico del collettivo oristanese “furia rossa”;

tre attivisti di questo gruppo sono stati denunciati per diffamazione dall’allora questore di oristano e da altri due graduati; il fatto oggetto del processo consiste in una attribuzione sgarbata e peraltro adusata infinite volte da chicchessia, espressa in un comunicato riguardante una controversa azione di polizia; l’ espressione triviale notoriamente più ricorrente nel costume, cioè nel linguaggio abituale in casi come questi, è la parolina “sbirri”; in sardegna si presenta invece una suddivisione più aspra: quella più misurata è “pagaos sunu” e quella più triviale è “canes de istrezu”;

la prima (“pagaos sunu”) è propria di un codice informale (quello magistralmente descritto a suo tempo da antonio pigliaru) che motivava in tal modo una sorta di terreno neutro, o di zona franca, riconosciuto alle forze dell’ordine nel conflitto latente tra le comunità e lo stato: tradotto, il nemico non è l’agente di polizia, che svolge un lavoro, ma è lo stato che dispone questo ordine sociale (la proprietà, le leggi proprietarie ecc.);

la seconda (“canes de istrezu”) è propria dello slang triviale (cioè del linguaggio da trivio) che ordinariamente si avvale di metafore approssimative, a tinte forti e di uso rapido; l’espressione in sé allude spregiativamente al tipo di servizio e di corresponsione, e alla lettera non vi è dubbio che sia un’espressione brutta; il suo significato sommerso allude alla condizione per cui il gendarme che opera sotto comando non può personalmente eccepire sul carattere giusto o ingiusto del comando stesso, e si riduce a semplice esecutore ed anzi (in grazia dei parametri premiali interni alla struttura) appare incentivato a immettere anche nelle operazioni palesemente inique uno zelo inappropriato;

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Il 2 Ottobre inizia il processo a Furia Rossa

Martedì 2 ottobre saremo impegnati al Tribunale di Oristano. Tre nostri militanti sono stati prima indagati e poi rinviati a giudizio per diffamazione, con varie aggravanti. Il fatto a cui si fa riferimento è un articolo, uscito sul blog La Furia Rossa, nel quale si esprimevano critiche politiche in merito alla conduzione da parte della polizia dello sfratto della famiglia Spanu ad Arborea, il 22 gennaio 2015 (ne avevamo già parlato qui https://bit.ly/2OQTPfX). I signori Francesco Di Ruberto, ex questore di Oristano, Vincenzo Valerioti, capo della Digos oristanese, e Andrea Brigo, agente della stessa, si sono ritenuti diffamati dalle parole presenti in quell’articolo. Nonostante il Pubblico ministero abbia chiesto per due volte l’archiviazione del fascicolo, la presunta parte offesa si è opposta e il Giudice per le indagini preliminari alla fine ha imposto alla procura di formulare un’imputazione. I signori in questione si sono anche costituiti parte civile, chiedendo un risarcimento che assomma in totale a 220 mila euro per “ingente danno morale” e per “ingente danno esistenziale e di immagine”. Non entriamo per ora nel merito della vicenda, ma lo faremo sicuramente nei prossimi tempi. Per il momento ci sembrava importante rendere pubblica questa notizia, per ringraziare chi ci ha sostenuto in questi mesi partecipando alle iniziative di autofinanziamento e per far conoscere la vicenda a chi non ne sapeva nulla.

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Martis, su 2 de ladamini, eus a essi in su Tribunale de Aristanis. Tres militantis nostus funt stèteius a primu indagaus e apustis mandaus a giuditziu po’ “diffamazione”, cun aggravantis varias. Su fatu ca est stètiu cunsiderau est un artìculu, bessiu in su blog La Furia Rossa, anca si fadiant criticas politicas a pitzu de is scebereus de sa polizia in su tempus de su disrobu de sa familla Spanu in Arborea, su 22 de gennarxu 2015. Is sennoris Francesco di Ruberto, ex cuestori de Aristanis, Vincenzo Valerioti, capu de sa Digos aristenesa, e Andrea Brigo, issu puru de sa Digos, si funt intèndius difamadus da is fueddus de cuss’artìculu. Mancai su PM appat pediu duas bortas s’archiviatzioni de su fascìculu, sa presunta parti ofèndia at fatu opositzioni e a sa fini su GIP at custrintu sa Procura a formulai una imputatzioni. Is sennoris si funt puru costituidus parti civili, pedendi unu risarcimentu de 220 mila eurus, po’ “ingenge danno morale” e po’ “ingente danno esistenziale e di immagine”. Po’ imoi no chistionaus de sa storia, ma dd’eus a fai in su tempus benidori. Pensaiaus fessit importanti fai conosci cusa nova, po’ torrai gràtzias a chini si at agiudau in custus mesis benendi a is atòbius de autofinanziamento e po’ fai conosci sa storia a chini non di scidiat nudda.

NOSU CI SEUS, E SIGHEUS A FAI SU CHI SEMPRI EUS FATU. A INNNANTIS!

Totu un’àtera storia

Totu un’àtera stòria non vuole essere un momento di dibattito scientifico. Vuole essere un momento in cui appassionati, studiosi e persone interessate parlano di storia della Sardegna. Dal dibattito non verranno fuori grandi scoperte o rivoluzioni teoriche, non ci interessa quello. Speriamo che venga fuori però un arricchimento generale per coloro che vi prendono parte, nella prospettiva di un confronto fra diverse discipline e fra diversi punti di vista e soprattutto con l’occhio sempre ben fermo al presente. Conoscere la nostra storia per capire dove abbiamo sbagliato e cosa possiamo recuperare del nostro passato con l’obiettivo di costruire un futuro diverso per questa terra e per chi la abita.
Il primo tavolo cercherà di affrontare una dicotomia fondamentale nella storia sarda, quella fra città e campagna. Nello specifico saranno la Città per eccellenza, Cagliari, sede di tutta la macchina regionale e la piccola Cabras, dove un pugno di pescatori mise in piedi una lotta durata più di vent’anni per ottenere la gestione dello stagno. La burocrazia e la politica regionale dovettero fare i conti con quella mobilitazione, ma li fecero a modo loro. Enrico Lobina, militante del circolo cagliaritano ME-TI e profondo conoscitore della storia e della realtà amministrativa sarda, ci racconterà qualche aspetto di quella retorica della riforma che ha permeato l’attività della Regione Autonoma Sarda per sessant’anni e Davide Pinna, militante del Collettivo Furia Rossa, dialogherà con lui, raccontandoci in parte come la retorica della riforma abbia influenzato quella lotta.
Nel secondo tavolo vedremo come ancora oggi l’eredità della Prima Guerra Mondiale influenzi l’immaginario collettivo sardo. Omar Onnis, storico e autore di numerosi libri sulla Sardegna, affronterà nello specifico quello che è stato la Prima Guerra Mondiale per i sardi e le conseguenze che quell’importante evento storico ha avuto sulla nostra terra, sia a livello materiale che a livello ideologico. Con lui dialogherà Andria Pili, studente cagliaritano e militante dell’associazione giovanile indipendentista SCIDA, che si concentrerà soprattutto sulla storia della Brigata Sassari, destreggiandosi fra la costruzione del mito e la realtà storica, spesso nascosta dalla celebrazione di un’ideale che non esiste veramente.
Il terzo tavolo infine vedrà Gigi Olla, insegnante e curatore del sito www.dpsarda.wordpress.com, dialogare con l’ex sindaco di Laconi e membro di Democrazia Proletaria Sarda Paolo Pisu. Il tema sarà quello della storia singolare di DP Sarda, forse uno dei primi esperimenti di incontro fra la sinistra marxista e la questione nazionale sarda.

PROGRAMMA

I Mesa, 17:00

▸ Sartus e citadis, is movimentus popolaris e sa polìtica riformista de sa RAS.
Focus a pitzu de sa luta de is piscadoris de Crabas e de sa retòrica de sa reforma de sa RAS de su ’45 a oi.

Dibatint Enrico Lobina, Davide Cuccureddu Pinna.

II Mesa, 18:30

▸ Prima Gherra Mondiali e Brigata Sassari. Ita nd’est abarrau in s’imaginàriu sardu?

Dibatint Omar Onnis e Andrìa Pili.

III Mesa, 19:30

▸ “Democrazia Proletaria Sarda”, candu sa manca atòbiat sa chistioni natzionali.

Gigi Olla intervistat Paolo Pisu