IL COLLETTIVO STUDENTESCO ANTONIO GRAMSCI CONTRO I TEST INVALSI

Il CSAG di Oristano come ogni anno fa sentire la propria voce contro i test INVALSI e invita tutte le classi al boicottaggio e a denunciare minacce e intimidazioni provenienti da dirigenti e professori. L’anno scorso l’adesione alla protesta a Oristano è stata intensissima, tranne in qualche scuola come alle magistrali dove il fedele soldato del MIUR Maresca dispensa sempre minacce e cattiva informazione.

Di seguito il comunicato del CSAG:

Cambiano i ministri dell’istruzione e i governi ma continua il progetto di distruzione della scuola pubblica, questa volta con la spinta del ministro Giannini e del premier Renzi.

Anche quest’anno, il 13 Maggio, gli studenti dovranno fare i conti con i test INVALSI.

Si tratta di test somministrati agli alunni delle seconde classi di tutti gli istituti superiori, e a carattere censuario anche alle classi quinte, con il chiaro obbiettivo di estendere gradualmente questi quiz e inserirli nell’esame di maturità. Questi test, spacciati dal Ministero per anonimi, hanno in realtà un codice personale che rende semplice l’identificazione dello studente che ha svolto il singolo compito sia da parte di insegnanti e dirigenti che da parte dell’Istituto Invalsi che con questa schedatura proverà a tracciare un andamento dello studente nel corso della sua carriera scolastica, violandone la privacy e non escludendo azioni repressive nei confronti degli studenti che disubbidiscono a queste pratiche tossiche per la scuola pubblica.

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LIBERIAMOCI DAL LAVORO NERO NELLE CAMPAGNE!

A breve e per tutta l’estate le campagne dei paesi della provincia di Oristano e di tutta la Sardegna torneranno a riempirsi di quel bracciantato agricolo occasionale formato da ragazzi e ragazze, immigrati, uomini e donne di ogni età che attendono questo periodo per riuscire a guadagnarsi col sudore qualche decina di euro al giorno e aumentare come si può il proprio potere d’acquisto.

Rivedremo, insomma, come ogni estate un “piccolo” esercito di lavoratori in nero, organizzato dalla grande maggioranza dei proprietari terrieri che assumeranno lavoratori in nero e sfrutteranno la manodopera, spesso anche minorile, il tutto ovviamente ampiamente tollerato dalle comunità, dagli amministratori locali, dagli apparati repressivi dello stato e da quanti hanno il compito di controllare che nei luoghi di lavoro tutto proceda nella legalità.

Tutto è tollerato perchè così è sempre stato e neanche si pensa possa essere diversamente tanto è consolidata la prassi.
Il tutto per la felicità dei proprietari terrieri e dei loro profitti nella illegalità fiscale, i quali hanno anche il privilegio di essere visti come dei benefattori da ringraziare perchè offrono lavoro e nello stesso tempo pagare i lavoratori a cottimo con 1€ per ogni cassetta di pomodori riempita e una media di 5€ a ora per quasi tutte le altre attività (raccolta di angurie, meloni, la vendemmia a tempo debito, etc.).

A noi le prassi, soprattutto quelle svolte sulla pelle dei lavoratori, piacerebbe rivoltarle.

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