CONSIDERAZIONI SULL’EX DISTRETTO MILITARE DI ORISTANO

La città di Oristano, grazie all’opera di alcuni sindaci del passato, ha cancellato buona parte della sua memoria storica: abbiamo perso torri, chiese e grossi pezzi di cinta muraria medievale. Tutto questo perché si diceva che la città andasse proiettarsi verso un futuro di sviluppo glorioso, quasi metropolitano. Futuro che non è mai arrivato.
 
Alcuni luoghi si sono salvati, ma gli oristanesi (e i tanti turisti che si aggirano spaesati per il centro storico anche in questo ottobre soleggiato) non possono comunque fruirne come luogo della memoria storica. Fra questi c’è sicuramente l’ex distretto militare di Via S. Antonio contiguo all’omonima chiesa e parte dello stesso complesso architettonico.
Il complesso era sede (come si ricava dalla scheda sul demanio militare disponibile sul sito della regione a questo link) degli uffici del Distretto militare della Provincia di Oristano, occupa 2573 mq, di cui 1250 edificati. Si tratta di un’immobile di particolare pregio architettonico, perché si affaccia sul Chiostro del convento di San Francesco,  e  proprio là si riuniva la Corona de Logu, il massimo organo del Giudicato d’Arborea.

Continua la lettura di CONSIDERAZIONI SULL’EX DISTRETTO MILITARE DI ORISTANO

LA REPRESSIONE SULLE DROGHE E I BECCHINI

Antonio Maria Costa non è una bella persona. Nel 2006 riuscì a eleogiare il regime iraniano per il trattamento riservato a chi fa uso e traffica in sostanze stupefacenti: l’impiccagione. Eppure dev’essere intelligente se è stato per anni il capo dell’UNODC, l’agenzia ONU che si occupa di droghe e crimine, e si sa che sono solo gli imbecilli a non cambiare mai idea. E lui, infatti, almeno una volta nella sua vita ha cambiato idea, e ha messo tutto per iscritto nel rapporto 2009 sulla droga nel mondo, prodotto dall’UNODC appunto. Quel rapporto, che ebbe un notevole risalto mediatico, mise in luce come le strategie repressive di lotta all’uso di sostanze stupefacenti fossero risultate, in più di un secolo di applicazione, fallimentari. Per chi non si fida ecco il link dell’articolo di repubblica.it dell’epoca: Droghe, la svolta dell’ONU. Prendiamo un paio di frasi giusto per mettere in luce il senso del rapporto, ma non sarà difficile con una ricerca su google trovare più informazioni e il testo completo in inglese:  “Meno impegno della polizia con gli utenti, di più con i trafficanti”, scrive Costa nella prefazione, e ancora “il controllo delle droghe non sta funzionando”. Il relatore del rapporto, sicuramente meno vincolato da politica e diplomazia,  Anand Grover, scriveva nelle raccomandazioni finali: “Decriminalizzare o depenalizzare il possesso e l’uso di droghe”; ” Prendere in considerazione la creazione di un quadro regolatorio alternativo per il controllo delle droghe nel lungo termine, basato su di un modello come quello della Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco.”

Depenalizzare il possesso e l’uso, tramite l’istituzione di un quadro normatorio modellato su quello che regola l’uso del tabacco, e rafforzare il contrasto all’azione dei trafficanti. Questo era scritto nel rapporto 2009.

Continua la lettura di LA REPRESSIONE SULLE DROGHE E I BECCHINI

QUEI CENTRI R.U.D. IN PROVINCIA DI ORISTANO

QUEI CENTRI R.U.D. IN PROVINCIA DI ORISTANOA tutti sarà capitato di vedere l’enorme caserma di viale Repubblica a Oristano e le due grandi strutture delimitate dai divieti militari nella strada provinciale 12 a ridosso di Siamaggiore.

Di queste tre strutture abbiamo pochissime notizie, l’unica cosa certa che sappiamo è che non ci è dato sapere cosa succede effettivamente lì dentro. Tutte e tre appartengono al R.U.D. acronimo di Raggruppamento Unità Difesa.

Continua la lettura di QUEI CENTRI R.U.D. IN PROVINCIA DI ORISTANO

IL MOVIMENTO SARDO CONTRO LE BASI E L’ORGANIZZAZIONE DEI MOVIMENTI DI MASSA

Esistono movimenti sociali spontanei? E laddove esistessero, hanno delle prospettive di raggiungimento dei loro obiettivi se non si organizzano in maniera strutturata? Questa domanda ha segnato profondamente il dibattito all’interno della Sinistra nel Novecento, creando spaccature talvolta incolmabili e che ancora oggi minano l’unità dei movimenti di emancipazione degli oppressi.

La risposta di sicuro non è alla portata della Furia Rossa, ma proviamo a dare un nostro contributo in una fase storica in cui in Sardegna sta sorgendo un movimento importante e di massa. Durante l’assemblea del 31 agosto, “Dalle lotte dei territori alla lotta collettiva per una Sardegna migliore”, Enrico Lobina e Edoardo Lai nei loro interventi hanno posto la questione dell‘organizzazione delle forze conflittuali sarde. Si tratta indubbiamente di uno dei punti fondamentali per determinare il successo o meno del movimento che vediamo nascere in questi mesi.

Se anche volessimo dividere le forze in campo fra spontaneisti e strutturalisti*, dovremmo fin da subito precisare che non esistono spontaneisti ortodossi o puri. Esistono, è vero, dei comportamenti collettivi spontanei ed in genere si possono ritrovare negli atteggiamenti di una folla: un linciaggio, una carica contro la polizia, il panico che porta alla fuga incontrollata, etc… tuttavia si tratta di momenti, di situazioni che rispondono alle precise dinamiche comportamentali che si sviluppano appunto in presenza di una folla, e che in genere hanno una durata breve e non comportano alcun tipo di decisione sul medio o lungo periodo. Insomma, si tratta di azioni in cui l’istinto prevale sul raziocinio e che possono avere un valore politico che però non è autosufficiente. Questo significa che nel caso questi fenomeni non siano supportati in un arco di tempo relativamente breve da un adeguato processo decisionale che le indirizzi verso un obiettivo, scoppiano come una bolla di sapone. E anche il più ortodosso degli spontaneisti è costretto a riconoscere che questo è vero.

Continua la lettura di IL MOVIMENTO SARDO CONTRO LE BASI E L’ORGANIZZAZIONE DEI MOVIMENTI DI MASSA

ALCUNE NOTE SULLA MANIFESTAZIONE DEL 13 SETTEMBRE A CAPO FRASCA

Il primo fatto da sottolineare sulla giornata del 13 Settembre è la presenza di oltre sette mila persone. Una manifestazione di popolo storica per la Sardegna, merito che bisogna riconoscere al grande lavoro delle forze indipendentiste che hanno dato vita a sa manifestada natzionale.
L’altro fatto da sottolineare, che insieme alla partecipazione mostra la determinazione dei sardi a intensificare la lotta contro le basi militari, è la rottura delle reti e l’invasione della base.
Quest’ultimo fatto, che la stampa mainstream tende a risolvere in qualche riga parlando di facinorosi e provocatori, è invece un passaggio di non poco conto nell’evoluzione del conflitto in Sardegna, un passo in avanti pubblicamente auspicato dall’assemblea del 31 Agosto a Oristano, per andare oltre i legittimi e necessari sit-in e comizi. Violare la base e buttare giù le reti è stato il principale affronto agli apparati repressivi dello Stato italiano e all’aviazione che si addestra alla guerra a casa nostra; uno smacco allo Stato in un luogo che assieme alle carceri e qualche altro punto di interesse strategico dovrebbe essere tra i più inaccessibili.

Continua la lettura di ALCUNE NOTE SULLA MANIFESTAZIONE DEL 13 SETTEMBRE A CAPO FRASCA