LA REPRESSIONE SULLE DROGHE E I BECCHINI

Antonio Maria Costa non è una bella persona. Nel 2006 riuscì a eleogiare il regime iraniano per il trattamento riservato a chi fa uso e traffica in sostanze stupefacenti: l’impiccagione. Eppure dev’essere intelligente se è stato per anni il capo dell’UNODC, l’agenzia ONU che si occupa di droghe e crimine, e si sa che sono solo gli imbecilli a non cambiare mai idea. E lui, infatti, almeno una volta nella sua vita ha cambiato idea, e ha messo tutto per iscritto nel rapporto 2009 sulla droga nel mondo, prodotto dall’UNODC appunto. Quel rapporto, che ebbe un notevole risalto mediatico, mise in luce come le strategie repressive di lotta all’uso di sostanze stupefacenti fossero risultate, in più di un secolo di applicazione, fallimentari. Per chi non si fida ecco il link dell’articolo di repubblica.it dell’epoca: Droghe, la svolta dell’ONU. Prendiamo un paio di frasi giusto per mettere in luce il senso del rapporto, ma non sarà difficile con una ricerca su google trovare più informazioni e il testo completo in inglese:  “Meno impegno della polizia con gli utenti, di più con i trafficanti”, scrive Costa nella prefazione, e ancora “il controllo delle droghe non sta funzionando”. Il relatore del rapporto, sicuramente meno vincolato da politica e diplomazia,  Anand Grover, scriveva nelle raccomandazioni finali: “Decriminalizzare o depenalizzare il possesso e l’uso di droghe”; ” Prendere in considerazione la creazione di un quadro regolatorio alternativo per il controllo delle droghe nel lungo termine, basato su di un modello come quello della Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco.”

Depenalizzare il possesso e l’uso, tramite l’istituzione di un quadro normatorio modellato su quello che regola l’uso del tabacco, e rafforzare il contrasto all’azione dei trafficanti. Questo era scritto nel rapporto 2009.

Le statistiche confermano questa posizione. Secondo dati del 2011 forniti dall’EMCDDA (link: Diffusione delle droghe nell’UE), acronimo impronunciabile del centro di monitoraggio europeo per le droghe e la tossicodipendenza, l’Italia si trova sopra la media europea sia nel consumo di cannabis che nel consumo di cocaina, eppure il Paese ha adottato con la Fini-Giovanardi una delle norme proibizioniste più restrittive e più punitive.  Sempre gli stessi dati ci mostrano come l’Italia, messa a confronto con tre Paesi europei che hanno depenalizzato il possesso e l’uso di sostanze stupefacenti, nonostante la sua legislazione restrittiva si trova ben sopra nel consumo di cannabis e cocaina nei giovani fra i 15 e i 24 anni.

Droghe\Paesi Italia Belgio Portogallo Olanda
Cannabis 11,0 % 6,6 % 4,1 % 5,3 %
Cocaine 1,0 % n.d. 0,2 % n.d.

n.d. = non disponibile

E questo significa rischi per la salute dei consumatori di sostanze stupefacenti e tantissimi soldi nelle casse della criminalità organizzata. Quasi quasi verrebbe da pensare che lo fanno di proposito.

Il guaio è che evidentemente la Questura di Oristano e alcuni dirigenti scolastici degli istituti superiori cittadini non si sono resi conto del fatto che la repressione non serve a niente nella lotta contro il traffico delle sostanze stupefacenti. Continuano a mandare le unità cinofile dentro le scuole, ma siamo curiosi di vedere l’anno prossimo i dati  sul consumo di droghe in questa città: secondo noi con l’arrivo del nuovo questore non ci sarà nessuna diminuzione; ci saranno più arresti, fogli di segnalazione, multe, ramanzine e tirate d’orecchie, ma i consumatori non si ridurranno. Sono come un becchino che uccide gli abitanti del suo villaggio per giustificare il proprio lavoro, ma alla fine si ritrova solo e senza più clienti.

(D.P.)