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I SOSTENITORI OCCULTI DEL TERMODINAMICO A SAN QUIRICO

Nessuno sostiene apertamente il termodinamico di San Quirico. 
Eppure quel progetto va avanti lo stesso, quindi gli sponsor
in Regione ci sono per forza e hanno un grosso potere 
di ricatto. Ma perché non lo fanno alla luce del sole?
Tutti sono contrari a parole, ma nei fatti qualcuno sta 
conducendo un doppiogioco. Chi?
Il Monte Arci ha già subito i danni di un intervento non ragionato. Quelle pale eoliche non hanno mai funzionato, e sono ancora là, inutili e dannose. Il problema non è chi dice NO A TUTTO, ma chi dice di SI’ A TUTTO.
By Gianni Careddu – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=52903192

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Assemblea contro lo sfruttamento. Cambiamo i tirocini!

Siamo giovani sardi, tirocinanti, ex tirocinanti e potenziali tirocinanti.

Siamo quella fascia di popolazione sulla quale continuano a pesare fortemente gli strascichi della crisi e le scelte politiche degli ultimi venti anni e oltre; la disoccupazione giovanile in Sardegna continua a rimanere su tassi allarmanti (56,3%) e sempre più spesso siamo costretti all’emigrazione, al lavoro nero, alla dequalificazione rispetto alle competenze che abbiamo acquisito con anni di studio o imparando un mestiere.

La prima esperienza di approcio al mondo del lavoro per molti giovani sardi è sempre più spesso il tirocinio, uno strumento di politica attiva periodicamente incentivato anche dalla Regione Sardegna, che, se di per sé, può essere uno strumento utile, nella realtà dei fatti si dimostra uno strumento atto a legittimare situazioni di sfruttamento del lavoro e utile solo ad abbattere il costo del lavoro per le imprese. Il tirocinio oggi si palesa come un ricatto vero e proprio in cui siamo chiamati a scegliere tra disoccupazione e lavoro sottopagato: è una situazione che non siamo più disposti ad accettare e per la quale chiediamo degli interventi immediati.

Deve essere chiaro: il tirocinio non costituisce un rapporto di lavoro ma unicamente una esperienza formativa per il tirocinante che, grazie all’affiancamento a un tutor, può conoscere dall’interno un determinato contesto lavorativo, vedere e conoscere in modo diretto come si svolge una professione o un mestiere, incrementare le proprie conoscenze e così poter orientare le proprie scelte nel mondo del lavoro.

Il tirocinante non dovrebbe mai partecipare alla capacità produttiva di una impresa, il tirocinante non dovrebbe mai svolgere mansioni meramente pratiche e manuali; insomma il tirocinante non può svolgere attività di lavoro subordinato. Anche le linee guida “nazionali” del 25 Maggio 2017 sono abbastanza chiare: “al fine di qualificare l’istituto e di limitarne gli abusi […] il tirocinio non può essere utilizzato per tipologie di attività lavorative per le quali non sia necessario un periodo formativo“. Evidentemente la realtà dei fatti non è questa; infatti è ormai prassi che i tirocinanti svolgano attività lavorativa come un qualsiasi altro lavoratore, spesso con gli stessi ritmi e orari ma con una indennità lorda di 400€ o 450€ al mese e senza contributi previdenziali, e, quando il tirocinio è attivato con l’Avviso della Regione, all’impresa spetta un modico esborso di 150€.

Il 25 Maggio 2017 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le nuove linee guida italiane dove indica degli indirizzi da seguire sui vari aspetti che regolano il tirocinio; nonostante l’evidente abuso che si fa dei tirocini, al posto di porre un argine, queste linee guida sono nettamente peggiorative: esse liberalizzano di fatto l’istituto con il tirocinio extracurriculare unico, mentre prima la netta distinzione di tre tipi di tirocinio serviva a modulare ogni tipologia in base a chi fosse il destinatario; viene aumentata la durata massima del tirocinio a 12 mesi mentre prima il tirocinio formativo e di orientamento poteva durare massimo 6 mesi (non sono un po’ troppi dodici mesi per formarci?); viene fissata l’indennità minima a 300€, esattamente come in passato. Il quadro potenziale che si forma con queste modifiche, vede la possibilità per un’impresa di far lavorare un tirocinante fino a 8 ore al giorno, per 12 mesi, a 300€ lordi al mese! Che dire poi del rischio sempre più concreto di rimanere incastrati in un vortice continuo di tirocini, dove finito uno se ne inizia un altro per altri 12 mesi, con buona pace del desiderio di vedere un contratto di lavoro regolare?

Fortunatamente queste linee guida non sono legge ma solo linee di indirizzo, in quanto la regolazione ufficiale spetta alla Regione Sardegna che può disattendere completamente tali linee e formularne altre più favorevoli per i tirocinanti. Tanto per rafforzare quanto abbiamo già detto prima, i tirocini, rientrano nella materia “formazione” e non “lavoro” e su tale materia ha competenza esclusiva la Regione.

Sappiamo che in Regione si sta già lavorando sulle nuove linee guida regionali e noi intendiamo intervenire con delle richieste ben precise.

Vogliamo:

  • una distinzione netta tra le tre tipologie di tirocinio: I) tirocini formativi e di orientamento, II) tirocini di inserimento/reinserimento al lavoro e III) tirocini in favore di disabili, persone svantaggiate e richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, giacché ognuno di essi risponde ad esigenze diverse;
  • una durata massima del tirocinio di 6 mesi;
  • una indennità minima di partecipazione di 800€ (esattamente come nella Regione Lazio); dal momento che si continua a chiudere gli occhi rispetto al fatto che i tirocinanti svolgano effettiva attività lavorativa e anzi lo si accetta, allora vogliamo ricevere una somma più dignitosa;
  • controlli-filtro sulle offerte di tirocinio, almeno in quelle pubblicate nei canali ufficiali della Regione Sardegna; non è possibile continuare a vedere offerte per attività che non necessitano di formazione o che richiedono pregressa esperienza lavorativa, ciò contrasta con la normativa e sono il primo allarme rispetto a una futura situazione di abuso;
  • maggiori controlli da parte dei soggetti promotori e maggiori controlli sui soggetti promotori, rei troppo spesso di chiudere un occhio rispetto a situazioni di abuso;
  • maggiori e genuini controlli ispettivi sui luoghi di lavoro che, in caso di accertamento di un abuso, darebbero diritto al tirocinante a vedersi riconosciuta l’applicazione retroattiva di tutti i trattamenti economici e normativi spettanti ai lavoratori che svolgono le sue stesse mansioni.

Non possiamo non segnalare inoltre i sempre più frequenti ritardi nel versamento di quella modesta indennità che ci spetta e chiedere di intervenire a garanzia di una maggiore regolarità e puntualità.

Su questi punti daremo battaglia e siamo pronti a farci sentire.

2 Dicembre a Terralba pro una Caminera Noa

La scorsa estate, in un giorno di fine Luglio a Santa Cristina di Paulilatino, un centinaio di militanti e attivisti di diversa provenienza impegnati nella difesa del territorio dalla speculazione energetica, nelle lotte contro lo sfruttamento del lavoro in tutte le sue facce (voucher, tirocini, flessibilità, lavoro nero, ecc..) e nelle battaglie che riguardano l’autodeterminazione della nazione sarda e la tutela del suo patrimonio linguistico e culturale hanno deciso di iniziare a progettare insieme un nuovo percorso. Quest’ultimo sarà presentato pubblicamente nelle prime tre assemblee territoriali di Sassari (24 novembre), Terralba (2 dicembre) e Bosa (9 dicembre).

Ecco, intanto, le prime tappe della nuova strada: gli obiettivi e le mobilitazioni concordate nell’assemblea di Bauladu del 17 settembre:
– adesione agli sciperi generali del sindacalismo di base del 27 ottobre e del 10 novembre, avanzando una vertenza propria sull’inserimento della lingua sarda nel curricolo scolastico;
– richiesta alla Regione Autonoma della Sardegna di cambiare le regole sui tirocini – visto che ne ha competenza – disattendendo completamente le nuove linee guida della Conferenza Stato-Regioni e formulando delle linee guida regionali migliorative per i tirocinanti;
– inizio di un percorso di libera discussione sui territori dell’isola per continuare il dibattito iniziato la scorsa estate a S. Cristina

Il nuovo percorso – Insomma una strada veramente nuova per una esperienza politica che non ha una segreteria, un portavoce e diramazioni organizzative, ma che procede per assemblee plenarie, comitati volontari e valorizzazione delle singole competenze e la cui unica finalità è coordinare in maniera efficace delle lotte importanti per difendere la Sardegna dal saccheggio e i lavoratori dallo sfruttamento capitalista.

Così la tabella di marcia stabilita a S. Cristina lo scorso luglio è stata pienamente rispettata ed entro Natale si terranno le prime tre assemblee territoriali. Si inizia da Sassari, il prossimo venerdì (24 novembre) alle ore 18:30 nell’auditorium del Carmelo, in Viale Umberto (poco più su dell’ex mercato civico).
Il 2 dicembre sarà la volta di Terralba, alle ore 18:00, presso la sede della USB in Via Roma 27 e infine il 9 dicembre a Bosa presso la Casa del Popolo in via Cugia n° 14.

Le assemblee saranno l’occasione per fare il punto sullo stato dei lavori e per recepire nuove idee e proposte in vista della prossima plenaria che si terrà – secondo tabella di marcia – a gennaio.

Note sull’acquisto della SOGEAOR da parte del DASS

Torna in ballo la questione del Sistema di Navigazione Inerziale.
Cao ha negato a giugno ogni relazione tra il progetto e la 
ricerca militare. Uno dei partner del progetto però, 
la GEM Elettronica, sul suo sito non nega per niente queste 
implicazioni.

Oggi, martedì 28 novembre, si è svolta la conferenza stampa dei due soggetti che hanno acquisito la Società di Gestione dell’Areoporto di Fenosu. Due, non più tre: Il Distretto AeroSpaziale della Sardegna e l’Aeronike. Manca la Nurjana Technologies, che pure figurava insieme alle altre due nel raggruppamento temporaneo d’imprese che aveva partecipato alla gara d’appalto. Il motivo per cui la Nurjana Technologies non ha perfezionato la sua partecipazione non lo conosciamo e crediamo sarebbe positiva una spiegazione di questo fatto. Ad ogni modo i due soggetti hanno esposto in linea generale i loro progetti per il futuro di Fenosu, nel comunicato stampa è dichiarato esplicitamente che non ci sarà «alcuna relazione con scenari di guerra neppure simulata». Bene, siamo convinti che questa netta affermazione sia il frutto del lavoro che da qualche anno ormai porta avanti A Foras – Contr’a s’ocupatzione militare de sa Sardigna, di attenta vigilanza e denuncia dei rapporti fra il DASS e il complesso dell’industria bellica. Non ci fidiamo, per il semplice fatto che quando si tratta di argomenti così delicati, fidarsi significa essere superficiali: garantiamo che vigileremo fin da oggi perché questa affermazione non venga smentita dai fatti.

E quest’opera di vigilanza inizia fin da subito. Da fonti stampa apprendiamo che durante la conferenza si è fatto riferimento, fra le altre cose, a possibili sviluppi dell’accordo di ricerca sul Sistema Inerziale di Navigazione con Airbus Space and Defence, il ramo militare del colosso francese dell’areonautica, e la GEM Elettronica di San Benedetto del Tronto, membro del DASS.

 

Insomma, dire che la ricerca sui Sistemi Inerziali di Navigazione non ha niente a che vedere con la ricerca militare ci sembra quantomeno ardito

 

 

Un’altra immagine da cui è facile dedurre che né la GEM elettronica né l’INS sono esenti da implicazioni militari

Qualche mese fa, a giugno, era stata proprio la Furia Rossa a rilanciare la notizia del probabile utilizzo di Fenosu per lo sviluppo del Sistema Inerziale, notizia già uscita sulla stampa nel 2016 e recuperata dai ragazzi e le ragazze del Comitato studentesco contro l’occupazione militare della Sardegna. In quell’occasione Giacomo Cao, presidente del DASS, aveva smentito ogni ipotesi di utilizzo a scopi di ricerca militare, o dual use, di Fenosu e sull’accordo con Airbus aveva detto: «non prevede alcuna applicazione di tipo militare, [ma] non consente di essere divulgato. Saranno i risultati a dimostrare che non vengono prese in considerazione applicazioni di tipo militare ma solo di tipo civile». Ora, noi non abbiamo nessuna ragione per dubitare della buonafede di Cao. Ci interessa però far notare che sul sito della GEM Elettronica i riferimenti al Sistema Inerziale di Navigazione sono inseriti proprio nella pagina dedicata alla ricerca Military & Defence o comunque accompagnati da immagini e diciture significative, cosa non di secondo piano visto che i siti di questo tipo di aziende sono una sorta di brochure web e quindi devono rappresentare secondo i principi del marketing i punti di forza della propria azienda. Insomma, non riusciamo proprio a metterci l’anima in pace e le rassicurazioni di Cao ci sembrano assolutamente insufficienti. Può sorgere naturalmente il dubbio che tutte le cose belle promesse nella conferenza stampa (paracadutismo, areoturismo, protezione civile e ambientale) non siano l’obiettivo principale degli acquirenti del DASS, ma che piuttosto questo possa essere l’utilizzo in partnership con due aziende operanti nel settore della difesa (GEM Elettronica e Airbus Space and Defence) per lo sviluppo di progetti coperti da segreto industriale. Ora, considerando tutti i soldi pubblici spesi negli ultimi anni per Fenosu e che il DASS è un soggetto a forte partecipazione pubblica, chiediamo la massima trasparenza ai soggetti politici coinvolti in questa operazione e vi assicuriamo che noi vigileremo.