Tutti gli articoli di La Furia Rossa

Insieme a te non ci sto più (II lettera a Guido Tendas)

In questi giorni la vita politica oristanese è animata dal dibattito sulla possibile nascita di un impianto Solare-Termodinamico a San Quirico fortemente appoggiata dalla amministrazione comunale.
Quando in campagna elettorale parlavamo di valorizzazione non intendevamo “termovalorizzazione”, ma ridare vita alla nostra città, alla nostra campagna, al nostro mare.

E’ grave soprattutto che l’amministrazione si ostini a prendere accordi su opere invasive e gravose per l’ambiente senza minimamente prendere in considerazione il parere dei cittadini. Ecco, noi ricordiamo bene che in campagna elettorale fu detto “Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia”. Noi non vogliamo che si faccia come ad Atene, ci basta che si faccia come ad Oristano, ci basta che le cose vengano discusse e portate a conoscenza dei cittadini prima che le decisioni siano irreversibili, perché a noi le cose ci piacciono alla luce del sole, anche se non siamo specchi di Archimede.
Per noi valorizzare significa creare, sperimentare, ma anche ridare vita all’esistente, valorizzare il capitale umano. Invece in tre anni, a parte qualche raro caso, ci siamo fossilizzati sul vecchio anziché mirare al nuovo. Perché è vero che cambiare costa, che rivoluzionare comporta anche sacrifici, ma d’altronde chi non osa vivrà sempre di rimpianti. Abbiamo avuto l’occasione, la stiamo sprecando. Volevamo essere avanguardia e siamo finiti per essere spettatori di un gioco che a noi non piace.

Noi non ci stiamo, e questa città la vogliamo difendere e la vogliamo vivere, in un ambiente sano e vivibile.
Ricordo queste parole nel programma: Perché sia realizzato un corridoio verde che dalla città dovrà raggiungere Monte Arci (…) in modo che tutto il territorio, considerata l’orografia pianeggiante di Oristano, sia percorribile con piste ciclabili e camminamenti verso le Frazioni, Torregrande, il mare, lungo il fiume, verso il monte e verso i paesi limitrofi.
Probabilmente qualcuno si è perso in qualche sentiero di montagna


ASSEMBLEA POPOLARE SULL’IMPIANTO SOLARE-TERMODINAMICO DI SAN QUIRICO

24Insieme al Comitato Salute Oristano e al Comitato per la Tutela e lo Sviluppo di Torregrande, il Collettivo Furia Rossa-Oristano e il Collettivo Studentesco Antonio Gramsci – Oristano
invitano tutta la cittadinanza a prendere parte all’assemblea popolare informativa sull’impianto solare-termodinamico che dovrebbe sorgere a San Quirico, in territorio del comune di Oristano. Si tratta di un impianto di produzione energetica ibrido, che combina lo sfruttamento dell’energia solare con un inceneritore che arriverà a bruciare 75 tonnellate di legna al giorno. È spiacevole notare come debbano essere dei comitati e dei collettivi a sostituirsi all’amministrazione comunale nello svolgere il lavoro di informazione e coinvolgimento della cittadinanza, ma tant’è e ci assumiamo volentieri questa responsabilità. Il progetto si trova già al vaglio dei tecnici della Regione e i tempi stringono per chi volesse presentare delle osservazioni in merito a eventuali controindicazioni.

ODG dell’assemblea:

– Presentazione degli aspetti tecnici della questione.
– Valutazione delle mosse politiche necessarie a favorire il coinvolgimento della cittadinanza nel processo decisionale.

KOBANE, ROJAVA, KURDISTAN: UNA RIVOLUZIONE CONTRO LA BARBARIE

 

23I Kurdi, dalle lotte di liberazione nazionale alla resistenza contro l’ISIS.

Chi sono i Kurdi? Qual è la storia del popolo che sta resistendo all’ISIS ed è riuscito a liberare Kobane dall’assedio stretto dai soldati del califfato? Un popolo diviso fra tante organizzazioni politiche, alcune delle quali sono state in grado di creare in pieno Medioriente dei movimenti di massa laici e che perseguono la piena uguaglianza dei generi; uno spaccato di un mondo che non conosciamo bene; un possibile esempio per la Sardegna.

Ne parliamo con:

– Antonello Pabis, presidente dell’ASCE e osservatore
– Salvatore Drago, dirigente USB e osservatore
– Nicola Melis, docente presso l’Università di Cagliari di Storia dell’Islam e Storia dell’Africa.
– Apo Bakrak della comunità Kurda in Sardegna

ASSEMBLEA PUBBLICA CONTRO LE SCORIE

22In queste ultime settimane il tema dello stoccaggio delle scorie nucleari sta di nuovo animando il dibattito pubblico. La direttiva europea 2011/70/EURATOM impone agli Stati di predisporre un piano di gestione dei rifiuti nucleari entro e non oltre il 23 Agosto 2015. Da ciò nasce l’esigenza del governo di trovare un sito dove stoccare i circa 90 mila metri cubi di rifiuti. Fra le alternative si parla anche della Sardegna. Entro marzo dovrebbe essere pubblicata la Carta delle aree potenzialmente idonee, e per questo numerosi comitati e cittadini in tutta Italia si stanno mobilitando per analizzare e discutere il problema. Noi come studenti e cittadini vogliamo dare il nostro contributo al dibattito pubblico, ponendo anche dei seri quesiti che coinvolgano i diversi piani politici del problema. Non vogliamo essere la pattumiera d’Italia! NO SCORIE!

SFRATTI E SGOMBERI. E’ ORA DI ORGANIZZARSI.

5823373730103327951251545643310nOggi ad Arborea la violenza dello stato italiano aveva il volto di Francesco Di Ruberto, questore di Oristano, di Vincenzo Valerioti, capo della Digos di Oristano, di Pino Scrivo, primo dirigente; aveva il volto di tutto gli uomini al loro seguito e di centinaia di celerini, canis de isterzu, anche oggi pronti a portare a casa la pagnotta sulla pelle e la sofferenza altrui.
Una operazione militare in piena regola, con un costo che non ci è dato sapere, portata avanti in modo “esemplare”: l’ unico modo che ci si può aspettare da questi signori.

La nostra è una delle province più povere dello stato italiano e proprio i dati sugli sfratti sono ben esemplificativi della situazione drammatica che si è venuta a creare: se nel 2012 gli sfratti eseguiti con l’intervento dell’ufficiale giudiziario sono stati 7, nel 2013 sono stati ben 57 con una variazione del +714,29% che corrisponde alla più alta variazione di tutte le province dello stato italiano (non sono ancora disponibili i dati del 2014).
L’elemento più preoccupante attorno a questi numeri è il silenzio: 57 sfratti in una provincia come la nostra non passerebbero inosservati e invece avvengono nel silenzio delle famiglie (quello della famiglia Spanu è un caso raro per il rumore che ha fatto e diverso per le motivazioni che vi stanno dietro non essendo eminentemente legate a morosità incolpevole o altre impossibilità di pagare l’affitto), silenzio che equivale a vergogna. A questo punto occorrerebbe un’analisi sociologica del nostro territorio che non siamo in grado di fare, ma dalla quale emergerebbero i necessari caratteri che distinguono i nostri paesi dalle dinamiche sociali di una metropoli; e così da una parte la tipicità delle nostre piccole comunità nell’affrontare le difficoltà sociali che si collegano al forte ruolo che svolge la famiglia in senso ampio come comunità di base, luogo confinato fuori dal quale non bisogna portare determinate questioni; dall’altra il carattere tipico di quelle comunità che storicamente non sono state attraversate dal conflitto sociale e quindi prive oggi come ieri di strutture capaci di diffondere e organizzare la cultura del conflitto e il conflitto.
Quello che bisogna essere capaci di fare oggi è andare a smuovere quel silenzio creando anzitutto solidarietà come quella che si è vista oggi ad Arborea; affrontare la vergogna della povertà non riducendola al caso singolo ma facendone un problema comune e ribadendo fortemente che la vergogna non è la povertà bensì la logica di un sistema economico che mantiene intatte le condizioni per una distribuzione del reddito e delle ricchezze che dire aberrante è poco; mettere in discussione la sacralità della proprietà privata e di conseguenza l’equazione giustizia=diritto.
Occorre ragionare su come mettere in moto anche nel nostro territorio una rete pronta a mobilitarsi ad ogni evenienza, tante sono le strade già tracciate e vincenti.