Sa die de sa Sardigna contr’a s’ocupatzione militare: Oristano c’è.

LQuirra‘assemblea di A Foras, che si riunisce ormai da quasi un anno mettendo insieme le varie anime del movimento contro l’occupazione militare della Sardegna ha lanciato per il 28 aprile un corteo presso il Poligono Interforze del Salto di Quirra.

Il 28 aprile non è una data qualunque, è il giorno della festa nazionale sarda, anniversario della cacciata dei piemontesi da Casteddu nel 1794. Oggi l’occupazione militare è uno degli elementi più marcati e più dannosi dello sfruttamento coloniale messo in atto contro la nostra terra.

Le servitù e le installazioni militari sono state piazzate in Sardegna senza richiedere alcun parere alla popolazione, in violazione del diritto di ogni gruppo umano ad autodeterminarsi. Inoltre la presenza militare nell’isola è evidentemente dannosa: al di là di ogni possibile propaganda sui posti di lavoro creati dall’esercito, noi sappiamo bene cosa ci resta. Inquinamento, strani picchi nella diffusione di certe malattie nelle aree prossime ai poligoni, ettari ed ettari di territorio sottratti all’iniziativa economica della popolazione residente, spopolamento e povertà con tutto ciò che ne consegue negli spaventosi livelli di alcolismo fra i giovani e di dispersione scolastica.

La lotta anticoloniale e per l’autodeterminazione della Sardegna passa anche per la lotta contro l’occupazione militare della nostra terra e non c’è miglior modo di celebrare una ribellione che non sia quello di ribellarsi ancora una volta contro gli abusi e l’oppressione. Chiediamo a tutti gli indipendentisti di non lasciarsi abbagliare dai falsi problemi, come la giusta e umana accoglienza dovuta ai profughi e ai rifugiati dipinta da qualche politico in malafede come progetto di sostituzione etnica. L’unica sostituzione, che implica la creazione del deserto, in corso nella nostra isola è dovuta allo spopolamento e all’impoverimento delle zone rurali e i dati dimostrano come i paesi più coinvolti nell’occupazione militare abbiano tassi di spopolamento più alti rispetto a quelli vicini.

Ma non è solo una questione sarda: la lotta contro l’occupazione militare della Sardegna è una lotta antimperialista e per la pace. Qui in Sardegna non solo si addestrano gli eserciti NATO e i loro alleati, tra cui Israele, colpevole di svariati crimini contro i Palestinesi come dimostrano non solo le cronache, ma anche le risoluzioni ONU; qua in Sardegna per esempio esiste a Domusnovas una fabbrica di bombe che vende il suo prodotto mortifero, violando la costituzione italiana, a uno stato in guerra come l’Arabia Saudita che le usa per bombardare la popolazione civile in Yemen; qua in Sardegna, e a Quirra soprattutto, si sperimentano le tecnologie della guerra 3.0, quella che si combatte coi droni e con i sistemi satellitari; anche l’aeroporto di Fenosu, quindi a pochi passi da Oristano, potrebbe essere coinvolto in questo sistema sperimentale, dal momento che, salvo colpi di scena, è stato acquistato da una cordata che fa capo al Distretto AeroSpaziale Sardo, che si occupa proprio dello sviluppo di tecnologie dual use, cioè a funzione militare e civile (e possiamo ben immaginare che l’aspetto militare sia quello tecnologicamente, economicamente e strategicamente più rilevante).

Per questo il Collettivo Furia Rossa aderisce, insieme al Comitato NO Basi – Oristano, alla manifestazione del 28 Aprile e invita tutti gli interessati a contattare la pagina FB Collettivo Furia Rossa – Oristano per prenotare un posto nel pullman che partirà da Oristano la mattina del 28 per raggiungere Quirra. Sarà possibile inoltre prenotarsi anche in Piazza Roma, dove sabato 22 dalle 17:30 si svolgerà un banchetto di informazione e sensibilizzazione sul tema dell’occupazione militare della Sardegna.

Collettivo Furia Rossa