Quirra: democrazia sospesa

Il cordone che ha impedito al corteo di partire.

Dobbiamo mettercelo in testa, la questura e prefettura di Cagliari sono le massime autorità politiche presenti in Sardegna. La dimostrazione definitiva è arrivata il 28 aprile a Quirra, in occasione del corteo contro le basi organizzato da A Foras e che non ha mai avuto luogo. Perché? Perché tre cordoni di polizia, ciascuno composto da almeno tre file di robocops, hanno impedito ai circa quattrocento manifestanti convenuti di muovere anche un solo passo lungo il percorso che era stato comunicato con larghissimo preavviso.

Ore ed ore bloccati in mezzo al Salto di Quirra senza nessuna visibilità, sequestrati e schedati uno ad uno dai fotografi della Digos. La questura ha utilizzato come scusa il rinvenimento di attrezzi da lavoro nella macchina di alcune persone che stavano arrivando sul luogo del corteo la mattina, tuttavia questo fatto non può giustificare lo stop imposto ai manifestanti. Una volta che questi attrezzi sono stati sequestrati, sussistevano tutte le condizioni per garantire la tutela dell’ordine pubblico e far partire il corteo. L’ordine arrivato dalla questura del capoluogo è stato invece perentorio: non si devono muovere di un passo. Ribadiamo che nessuna preoccupazione in merito all’ordine pubblico poteva giustificare tale scelta, la cui natura è chiaramente politica.

Gli obiettivi erano imporre uno smacco al movimento, alimentare tensioni interne

Il cordone di carabinieri che ha accolto i manifestanti al concentramento, facendo capire da subito come sarebbero andate le cose.

all’assemblea di A Foras  e ridurre la visibilità della manifestazione sui media sardi – che da parte loro dovrebbero abbandonare l’atteggiamento da voyeurs degli scontri e iniziare a parlare delle rivendicazioni. Il diritto a manifestare, che può essere limitato secondo la giurisprudenza italiana solo quando sussistano gravi pregiudizi per l’ordine pubblico – cosa che non può essere affermata in merito alla manifestazione di ieri – è stato negato, dal momento che la manifestazione in forma statica non garantiva alcuna forma di visibilità, che sarebbe stata garantita solo dal corteo lungo il perimetro della base, comunicato peraltro con larghissimo preavviso. La classe politica sarda abdica ben volentieri, cedendo alle questure il ruolo di garanti dello status quo, perché è consapevole della propria insulsaggine. In qualsiasi altro posto del mondo ci sarebbero state proteste da parte di tutte le forze politiche democratiche, in Sardegna – fatta eccezione per le forze che partecipano ad A Foras – non è volata una mosca.

Erano talmente tanti che c’è voluta una panoramica

A Quirra sono stati sospesi i diritti costituzionali per ragioni pretestuose di ordine pubblico – in realtà per motivi politici ben precisi, finalizzati a indebolire A Foras e a negare al popolo sardo ogni velleità di autodeterminazione. La banda di servi strapagati che sta in regione e in parlamento tace, speriamo che chi ha un minimo di dignità prenda la parola in questi giorni.

Ecco le manganellate completamente gratuite al distributore sulla S.S. 125 al ritorno, dopo il blocco della carreggiata da parte del corteo per una decina di minuti, nel video del Comitato Stutendesco contro l’occupazione militare della Sardegna.

Carica sui pullman dopo il blocco della 125.

Gepostet von Casteddu contra a s'ocupatzione militare de sa Sardigna am Freitag, 28. April 2017