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28 de abrili 2021: totus in paris

Ocannu, pagu de fai: sa Die de sa Sardigna tocat a dda festai d’ogni unu in domu sua. Cancu annu fait, dd’iaus festada acorraus in d’unu cungiau de Giustitzia Antisommossa in Chirra, sa pròpia di’ chi iant arrestau a Doddore Meloni. Olliaus protestai cuntr’a s’ocupatzioni militari de sa Sardigna, ma s’Italia no si dd’iat permitiu. Is aterus annus, dd’eus passada fendi barchiteddas de paperi, ballendi a ballu tundu o fendi visitas tematicas in is logus de su fallimentu de su Piano di Rinascita. Totu cosas bellas, totu cosas chi fiant giustas po’ is tempus chi si biviant. Continua la lettura di 28 de abrili 2021: totus in paris

Impianti a biogas vicino ai centri abitati. Ecco la delibera regionale

Pubblicata la delibera della Regione sugli incentivi agli impianti di produzione energetica a biomasse (ne parlavamo qui) e, come ci si poteva tranquillamente aspettare, non c’è scritto nulla. L’atto politico, infatti, si limita ad approvare le Linee guida per la regolamentazione e l’incentivazione dello sfruttamento delle risorse finalizzate alla realizzazione di impianti a bioenergie in Sardegna.

Nel documento tecnico, redatto col supporto di società esterne, l’elemento più politico – legato, quindi, alle strategie che la Regione dovrebbe mettere in campo nei prossimi anni – riguarda la scelta di indirizzare le preferenze nei confronti degli impianti alimentati a biogas.

Il biogas, i tecnici esprimono la loro preferenza per il biometano, può essere prodotto dal trattamento di varie materie prime, così elencate nelle linee guida:

  • Scarti dell’industria agro-alimentare: tutti gli scarti organici prodotti durante i processi agricoli e zootecnici.
  • Sistemi colturali e produzione di biomassa: in sostanza, coltivazioni dedicate a specie vegetali (girasole, canna, colza, etc.) ad alto rendimento energetico.
  • Reflui zootecnici: soprattuto le feci degli animali da allevamento, ma non solo.
  • Depurazione delle acque: i fanghi prodotti nei processi di depurazione, gli stessi, per intendersi, dell’impianto di Magomadas.
  • FORSU: Frazione organica dei rifiuti solidi urbani.

Fra queste materie, scrivono i tecnici, sono da preferire quelle derivanti da scarti rispetto a quelle provenienti da colture dedicate che portano con sé i rischi legati all’impianto di monoculture.

Sembrano esclusi, dalle linee guida, gli impianti che producono energia a partire dalla lavorazione dei rifiuti solidi urbani, anch’essi utilizzabili – così scrivono i tecnici – per la produzione di biogas.

L’indicazione, recepita dalla Giunta, è quella di incentivare la realizzazione di impianti cogenerativi con teleriscaldamento così alimentati in aree industriali e in prossimità di centri urbani.

 

Regione: centrali a biomasse vicino ai centri abitati

«In Sardegna impianti a biomassa vicini ai centri abitati», la prospettiva arriva da un comunicato stampa congiunto del’assessora regionale all’Industria, Anita Pili, e di quello all’Ambiente, Gianni Lampis. Non si sa altro, ma ormai dovremmo esserci abituati: da quando è arrivato Solinas infatti, le delibere di Giunta vengono approvate ma non pubblicate immediatamente sul sito. I comuni cittadini, dunque, non ne conoscono il testo, e nemmeno la stampa, che si ritrova a dover rilanciare i comunicati dell’esecutivo nei quali, ovviamente, c’è scritto solo quello che Solinas e i suoi vogliono far trasparire. Il motivo non lo si capisce, dato che qualsiasi comune in pubblica le delibere di Giunta poche ore dopo averle approvate, al massimo il giorno dopo. Per la Regione no, e i tempi di attesa sono del tutto arbitrari, talvolta di settimane.

Perciò dobbiamo attenerci al comunicato rilanciato nella mattinata dalle testate online isolane. E nel testo, fra gli impianti finanziabili dalla Regione, rientrano anche quelli di tipo cogenerativo con teleriscaldamento. Per farla semplice, si tratta di impianti che producono energia tramite la combustione di biomasse e che utilizzano una parte del calore prodotto, che altrimenti si disperderebbe, per alimentare impianti di riscaldameno che possono servire edifici di ogni genere. Più avanti, i due assessori prospettano anche la modifica dei piani urbanistici comunali, allo scopo di consentire la realizzazione di «impianti termici a biomassa in prossimità dei centri urbani».

Ora, intendiamoci, su queste basi non è possibile fare alcuna previsione su ciò che questa delibera comporterà. Bisogna attendere la pubblicazione del testo integrale che, in un paese civile, sarebbe già dovuta avvenire. Sicuramente, le esperienze delle speculazioni energetiche, tentate e spesso riuscite, avvenute sulla terra sarda negli ultimi anni non lasciano ben sperare rispetto alle intenzioni della giunta Solinas. D’altra parte, il termine biomasse è tropppo generico: dentro ci finiscono colza e pellet, così come residui di lavorazioni industriali, rifiuti di allevamento o rifiuti urbani.

Senza entrare nel merito di questioni ambientali e ingegneristiche legate al funzionamento degli impianti a biomassa, e dunque senza formulare un no aprioristico, alcuni paletti vanno posti preventivamente:

  1. Gli impianti di produzione energetica dell’isola devono essere finalizzati al consumo interno e dunque dimensionati in relazione con questo aspetto.
  2. Ogni intervento sul territorio va concertato e condiviso con le comunità che lo abitano.
  3. I principi della tutela ambientale e della salute sono incondizionati e non negoziabili.

Attendiamo la pubblicazione della delibera, per poter fornire un giudizio più completo.

dp

Piccole storie infami di quarantena. Repressione poliziesca sempre più baldanzosa nell’isola

Non facciamo in tempo a riprenderci dall’indignazione per quanto accaduto venerdì a Sassari, con un violento intervento della Polizia Municipale turritana ai danni di persone colpevoli di buttare l’immondezza, che subito le cronace locali dei giornali ci riservano una nuova piccola storia infame di questa quarantena sarda.

L’Unione Sarda lo racconta, giustamente, nelle pagine regionali. “Va a fare la spesa con la moglie disabile, multa da 900 euro”. Gli autori dell’eroico gesto sono gli agenti della polizia stradale del capoluogo nuorese. Un pensionato di 74 anni, scrive il giornalista Fabio Ledda, con la moglie disabile al 100% di 72, sono stati fermati dalla Stradale mentre andavano a fare la spesa. A lui 533 euro di multa, a lei 400. “Alla coppia non basterà nemmeno la pensione dell’uomo, percepisce 800 euro al mese) per saldare le due multe” scrive il cronista. Ma non basta il danno economico, l’uomo di 74 anni dopo la redazione del verbale da parte del solerte agente, ha avuto un malore. Non sono nemmeno potuti andare a fare la spesa, perché i poliziotti gli hanno intimato di tornare a casa. Nessun commento dalla questura, specifica l’Unione.

Il caso di Sassari ha già avuto amplissimo risalto sui social network. Nei due documenti video si vede chiaramente un atteggiamento vergognoso da parte degli sceriffi cittadini del sindaco Nanni Campus. Un’identificazione si risolve con strattonamenti, calci e pugni, tutti ampiamente documentati in un video di 3 minuti nel quale non si vede da parte delle vittime nient’altro che resistenza passiva di fronte ad un atteggiamento violento da parte dei vigili urbani. Il crimine contestato, si apprende dalla cronaca della Nuova, sarebbe quello di aver gettato l’immondezza fuori dagli orari consentiti. La municipale sarebbe intervenuta a seguito di delazione da parte di qualche solerte cittadino.

Qualche giorno fa, sempre a Nuoro, l’Unione Sarda riportava la notizia di un uomo multato perché stava andando da sua madre a mangiare. Il suo frigo era vuoto e lui non aveva soldi per fare la spesa. Ma il verbale è arrivato lo stesso. Comprensione umana non pervenuta.

Forse è il caso di riprendere alcuni dei versi più belli della poesia civile sarda, quelli di Peppino Mereu nella seconda lettera a Nanni Sulis, il destinatario di Nanneddu Meu.

Deo no isco, sos carabineris
in logu nostru prit’est chi bi sune,
e no arrestant sos bangarrutteris.

Sa Giustitzia ha abbondantemente passato il segno. Ma la cosa più preoccupante non è l’intimo fascismo di certi esponenti delle forze dell’ordine, non è il baldanzoso riscatto che alcuni vigili urbani compiono ai danni di cittadini inermi, finalmente dotati di un potere coercitivo vero, che li rende a tutti gli effetti sbirri. Piuttosto è un generale sentimento di approvazione e giustificazione che si legge nelle parole di molti cittadini. Piuttosto è l’accettazione totale della delazione come modello di comportamento socialmente accettabile.

Queste, cosiddette, forze dell’ordine, dimostrano ogni giorno di più di essere un corpo estraneo all’interno della nostra società. Ora che, nel clima di terrore generale, si sono perse le garanzie che difendevano dai soprusi anche le fette non marginali della popolazione, godono nel fare sfoggio del proprio potere ai danni di chiunque. Casi isolati? Può anche essere, ma la cui gravità fa passare in secondo piano tutto il resto. Corpo estraneo, dicevamo, perché altro non può essere chi non riesce a immedesimarsi negli aspetti più banali della sofferenza umana. Appoggiati da una politica che da destra a sinistra, passando per tanti sindaci che si sentono sceriffi grazie all’elezione diretta, gode nel veder preservati i propri privilegi e nell’assistere all’umiliazione costante delle persone normali.

C’è chi manifesta ottimismo, sperando che questa tendenza si possa invertire. Di fronte alla nostra inconsistenza, come sinistra radicale, l’impressione invece è che la china sarà molto difficile da risalire.

Solinas e il modello Corea, distrazione di massa?

Qualcuno, ormai, la vede come una panacea. La app per il tracciamento dei contagi sembra quasi aver preso il posto del vaccino nel dibattito pubblico. In realtà, partendo da un approccio ragionato, le cose non stanno proprio così, e un riferimento importante può essere questo interessante, documento prodotto dall’Osservamedia di ASCE.

Concentrandosi sugli aspetti politici più superficiali, sembra evidente una profonda diversità di vedute fra le soluzioni ipotizzate a Roma, che puntano a valere in tutto il territorio controllato dallo stato italiano, e quelle prospettate da Christian Solinas ieri a La Nuova Sardegna. Continua la lettura di Solinas e il modello Corea, distrazione di massa?