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ASSEMBLEA SARDA #31A – “DALLE LOTTE DEI TERRITORI ALLA LOTTA COLLETTIVA PER UNA SARDEGNA MIGLIORE”
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un grande risveglio della Sardegna nella lotta contro le speculazioni, le grandi opere e le servitù militari. Sono sorti come funghi comitati spontanei di lotta, che si sono dati un’organizzazione sempre più strutturata per combattere le battaglie in cui erano coinvolti; battaglie che talvolta sono state perdute, altre volte sono state vinte, ma nella maggior parte dei casi sono ancora in corso.
Senza cadere nel rischio di usare toni trionfalistici, non si può negare che questa fibrillazione -che negli ultimi anni ha attraversato l’Isola, scuotendone gli abitanti dal torpore in cui erano piombati a causa della gestione clientelare della politica, del totale affidamento all’istituto della delega- sia un segno importante che lascia ben presagire per il futuro. Siamo in grado di organizzarci per difendere la nostra terra e i nostri beni comuni; respingiamo gli attacchi provenienti dall’industria, dalla finanza, da uno Stato che si comporta come una potenza coloniale e da un ceto politico, intellettuale, industriale e finanziario sardo prono agli interessi che gli sono superiori e pronto a gettarsi sotto il banchetto dei veri padroni di questa terra per rosicchiare i pochi avanzi.
DAL VOTO DELL’ASTENSIONE COSTRUIRE UN MOVIMENTO CONFLITTUALE SARDO
Chiunque risulterà vincitore sarà un vincitore forte solo per una legge elettorale demenziale come quella sarda ma sarà anche un vincitore mai così tanto delegittimato in partenza.
La percentuale degli astenuti è un segnale forte e continuare a dare le colpe a chi non ha votato per ogni eventuale risultato è da miopi; ci sono astenuti e astenuti: da una parte i menefreghisti che si astengono a prescindere, perché la politica non è materia loro, e ci sono anche quelli, e credo non siano stati mai così tanti, per i quali l’astensione è stata una precisa scelta politica e di classe per delegittimare un intero sistema politico e talvolta risulta essere il voto più rivoluzionario di tutti.
Ogni sistema politico è destinato a crollare e giorno dopo giorno il sistema democratico (quello della democrazia formale, del neoliberalismo e del neoliberismo che sta affossando le nostre vite) si dimostra inefficiente e pronto al collasso.
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