Archivi categoria: CONFLITTI SOCIALI

Quirra: democrazia sospesa

Il cordone che ha impedito al corteo di partire.

Dobbiamo mettercelo in testa, la questura e prefettura di Cagliari sono le massime autorità politiche presenti in Sardegna. La dimostrazione definitiva è arrivata il 28 aprile a Quirra, in occasione del corteo contro le basi organizzato da A Foras e che non ha mai avuto luogo. Perché? Perché tre cordoni di polizia, ciascuno composto da almeno tre file di robocops, hanno impedito ai circa quattrocento manifestanti convenuti di muovere anche un solo passo lungo il percorso che era stato comunicato con larghissimo preavviso. Continua la lettura di Quirra: democrazia sospesa

FENOSU, UN FUTURO STELLARE

L’aeroporto di Fenosu sarà sicuramente un tema molto caldo in questa campagna elettorale per il municipio, ma saranno solo parole al vento quelle dei aspiranti sindaci, leggère quanto i biplani che qualche anno fa decollavano dalla pista alle falde del Monte Arci? Beh, il rischio è forte. Il comune ha liquidato le sue quote e tutti gli altri enti pubblici coinvolti (tra cui l’azionista di maggioranza, la provincia di Oristano) hanno cedute le loro quote tramite asta. Continua la lettura di FENOSU, UN FUTURO STELLARE

Sardegna, qual è l’obiettivo?

rengliaruLa Sardegna è un’isoletta che naviga in un mare di merda. Gli indicatori sociali dicono questo, in termini edulcorati, ma dicono questo: disoccupazione al 19%, disoccupazione giovanile al 56%, dispersione scolastica al 24%, nel 2015 c’erano 9 mila analfabeti, NOVEMILA! Bene, continuiamo con la metafora. Immaginate di essere in una nave che attraversa un oceano in tempesta, avendo completamente perso la rotta e andando incontro a un naufragio sicuro. Voi fate parte della ciurma di questa nave e vi rendete conto che l’unico modo che avete per salvarvi è prendere il comando della nave, ma sapete benissimo che da soli non potetete mai farcela. Che fare? La cosa migliore è senza dubbio cercare di coinvolgere gli altri marinai e passeggeri e organizzare un ammutinamento, per prendere il controllo della nave finché si è ancora in tempo per salvarla. E qual è il vostro obiettivo immediato? L’armatore che ha progettato quel viaggio inutile e disperato? Beh sì, è un bastardo e bisognerà prendersela anche con lui, ma insultarlo e maledirlo non servirà a niente nel tentativo di salvare la nave e la sua ciurma. L’obiettivo immediato è il capitano della nave, che non si capisce bene perché vada verso il naufragio; magari lo fa perché gli è stato promesso un grande compenso al termine del viaggio, magari perché concorda pienamente con le idee dell’armatore, magari perché è solo troppo ingenuo per vedere come stanno andando le cose. Ciò che conta è che lo sta facendo e, se tu e gli altri marinai volete salvarvi, dovete toglierlo dal posto di comando e occuparvene voi.

Ora possiamo uscire dalla metafora. Che la Sardegna vada verso il naufragio è evidente e che molte colpe siano dello Stato italiano e delle sue pratiche coloniali e depredatrici non c’è manco bisogno di dirlo. Prendersela con lo Stato in questo momento è certo necessario, bisogna ribadire con forza e spiegare a tutti perché l’Italia ha una grossa fetta di responsabilità in questa nostra situazione. Tuttavia l’emergenza immediata si può risolvere solo prendendo il posto di comando, il timone. Francesco Pigliaru e la sua giunta sono enormemente delegittimati dopo il referendum del 4 dicembre. Questa non è un’affermazione preregrina: la riscrittura dello statuto e la revisione dei rapporti Stato-Regione era al centro del programma di governo presentato agli elettori dal centrosinistra/sovranista. Era inoltre il collante ufficiale dell’alleanza con Rossomori, iRS e Partito dei Sardi.  Alcuni dentro la maggioranza se ne sono già accorti: l’assessore preposto alla redazione del nuovo statuto, Gianmario Demuro, acceso sostenitore del Sì ha tratto le giuste conclusioni e ha presentato questa mattina le dimissioni; i Rossomori, preso atto dell’incapacità di questa maggioranza di incidere e della sfiducia espressa dagli elettori con il voto referendario nei confronti dei progetti di revisione del rapporto autonomistico, hanno dichiarato che abbandoneranno la maggioranza di governo. Altri fanno gli gnorri, ma siamo sicuri che stanno solo fiutando l’aria per capire da che parte gli conviene bentulare. Il migliore di tutti però è Pigliaru che ha dichiarato: “È stato il voto su una proposta del Governo per riformare alcune parti della Costituzione. Una proposta che io ho condiviso perché ritengo che avrebbe semplificato il sistema Italia e non avrebbe messo a rischio la nostra autonomia”, e ancora: “Non posso che prenderne atto, a maggior ragione di fronte a una partecipazione così alta e appassionata che rivela anche un malcontento diffuso e la domanda di azioni più incisive per migliorare la vita delle persone”. Eh no… Pigliaru sta dicendo tutto e non sta dicendo nulla in realtà. Tu hai investito tutto sull’idea di costruire un nuovo patto per l’autonomia, e hai affidato la realizzazione di questo patto a un assessore che è stato il primo in Sardegna a schierarsi con il Sì. Le due cose sono intimamente connesse: venuto meno il progetto di Renzi viene meno anche il progetto di Pigliaru e Demuro di rifare lo statuto. Aggiungiamoci poi gli scellerati piani sulla sanità, la terribile condizione descritta dagli indicatori statistici di cui sopra e il silenzio totale sulla questione dell’occupazione militare e sulla speculazione fondiaria e capite bene che stiamo davvero andando verso il naufragio e che fra qualche decennio potremmo non essere più in grado di salvarci. E allora ita fadeus? Un ammutinamento democratico: nessun colpo di stato (o di regione), nessun assalto al palazzo di viale Trento; lavoriamo piuttosto per diffondere la consapevolezza che dobbiamo cambiar rotta al più presto, che questa classe politica non rappresenta nessuno perché si trova lì grazie a una legge elettorale oscena, che dobbiamo prendere in mano il nostro destino e agire di conseguenza. Magari ne verrà fuori davvero una mobilitazione popolare per le dimissioni di Pigliaru e soprattutto per la costituzione di una nuova autonomia, solida e democratica, e, siccome la maggioranza ha già iniziato a sfaldarsi, una spintarella democratica si può e si deve dare, mobilitando in primo luogo l’opinione pubblica. Sarebbe perciò molto bello se, ognuno con il suo stile comunicativo e con le sue pratiche, dai comitati al movimento contro le basi, passando per i partiti indipendentisti e per i movimenti sociali, lanciassimo questa parola d’ordine, tanto per incominciare a progettare il nostro futuro: Pigliaru dimettiti. Al resto, al modello di società che vorremmo, alle pratiche predatorie e speculative che vorremmo vedere sparire da questa terra (e dalla Terra in generale) ci stiamo pensando già da tempo e ci penseremo ancora. Ma non possiamo pretendere di lottare per quelle cose, senza lottare anche contro il più diretto e più vicino responsabile di questa situazione.

dp

Sfratti in Sardegna, i dati del 2015

movimento di lotta per la casa - casteddu
movimento di lotta per la casa – casteddu

Un anno fa esatto analizzavamo i drammatici dati sugli sfratti in Sardegna (vedi QUI ); la situazione aggiornata alla luce dei dati 2015 non pare essere migliorata per cui le considerazioni politiche dell’articolo suindicato rimangono immutate.

I provvedimenti di sfratto emessi in Sardegna nel 2015 sono stati 578 (– 12,82% rispetto al 2014 ma la media italiana è del -16,58%) di cui 532 (cioè il 92%) dovuti a morosità dell’inquilino, 41 per fine locazione e 5 per necessità del locatore.
Il rapporto tra provvedimenti di sfratto e numero di famiglie è di 1/1236, da questo punto di vista la situazione è migliorata rispetto al rapporto 1/1075 precedente e alla media italiana che è di un p.d.s. ogni 399 famiglie.

Le richieste di esecuzione presentate all’Ufficiale Giudiziario sono state 763 (+ 17,38% rispetto al 2014 con una media italiana del +2,14%) mentre il numero di sfratti eseguiti con l’intervento dell’Ufficiale Giudiziario passa dai 370 del 2014 ai 388 del 2015 (+4,86% con una media italiana del -10,44%).

La situazione nelle province invece è la seguente.

A Oristano i provvedimenti di sfratto sono stati 37 e tutti per morosità, esattamente come nel periodo precedente, con l’unica variazione che 34 sono stati emessi in provincia e 3 in città (fu solo 1 in città nel 2014), il rapporto tra sfratti emessi e numero di famiglie è 1/1833 ; le richieste di esecuzione all’U.G. aumentano a dismisura, sono state 226 contro le 139 del 2014 (+62,59%, con una media sarda del +17,38%) portando Oristano a essere la sesta provincia dello stato italiano con il maggiore incremento; continua il progressivo annuale aumento degli sfratti che sono stati 78 (+11,43%, 70 nel 2014 e 57 nel 2013).

Nella provincia di Cagliari i provvedimenti di sfratto sono stati 439 (-11,85%) dei quali 407 per morosità (113 in città e 294 in provincia); il rapporto tra sfratti emessi e numero di famiglie è 1/763.
Le richieste di esecuzione all’U.G. son state 500 (+4,60%) e gli sfratti eseguiti 205 (+3,54%).

Per quanto riguarda la provincia di Nuoro i provvedimenti di sfratto son stati 9 (-75%) di cui 7 per morosità (1 in città e 6 in provincia). Il rapporto tra sfratti emessi e numero di famiglie è 1/10.927
Le richieste di esecuzione all’U.G. son state 37 (+12,12%) e gli sfratti eseguiti 12 (+20%, era -47,37% la variazione nel periodo precedente).

In provincia di Sassari, i provvedimenti di sfratto sono stati 93 (+1,09%) di cui 81 per morosità. Il rapporto tra sfratti emessi e numero di famiglie è 1/2295
Gli sfratti eseguiti son stati anch’essi 93 (+1,09%) mentre non si hanno i dati sulle richieste di esecuzione all’U.G.

andamento sfratti in Sardegna dal 2005 al 2015
andamento sfratti in Sardegna dal 2005 al 2015

La grande nota positiva in Sardegna è rappresentata dalla nascita dell’autorganizzato Movimento di lotta per la casa  di Cagliari che attraverso gli sportelli popolari rivolti agli sfrattati e a chi cerca una casa prova a dare una risposta reale alla soddisfazione di questo bisogno primario; primo risultato del MLC è stata la nascita de il Paguro dove grazie ai militanti e al loro protagonismo 9 nuclei familiari si son presi un tetto sotto il quale poter dormire, occupando due palazzine in via Bainsizza.

m.c.

 

 

OGGI IL CORTEO CONTRO LA TRIDENT

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dalla pagina fb del Comitato studentesco contro l'occupazione militare della Sardegna
ore 10:03 il Comitato studentesco contro l’occupazione militare della Sardegna fa sapere che nei pressi del concentramento ci sono due posti blocchi che stanno perquisendo i manifestanti in arrivo

10,50 gli sbirri sono entrati dentro il pullman e stanno identificando i compagni arrivati da Cagliari. i check point della polizia stanno effettuando identificazioni preventive.

11,20 gli sbirri non restituiscono i documenti ai compagn* e non li fanno scendere dal pullman.

11,40 al checkpoint stanno restituendo i documenti al primo pullman. altri pullman pare dovranno subire lo stesso trattamento.
tante macchina stanno ancora arrivando, alcune passano senza problemi ma forse perché più avanti ci sono ulteriori posti di blocco.
la questura alza la tensione, sembra di stare per entrare in un posto di guerra e infatti è proprio così.

22
ore 12 continuano i blocchi e le perquisizioni per pullman e automobili

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12,30 un primo spezzone del corteo pare si stia dirigendo verso i pullman fermi al primo checkpoint

12,50 i compagni precedentemente bloccati nei checkpoint si muovo in corteo per congiungersi con l’altro spezzone. i celerini indossano i caschi.
intanto i compagn* cui era stato notificato il foglio di via e che hanno voluto violare la vergognosa limitazione di libertà pare siano stati portati alla caserma di Giba per acccertamenti

13,05 i cortei si sono congiunti e ora marciano verso la base! #aforas #notrident

13,10 le camionette della celere si sono messe di lato e stanno bloccando la strada verso Porto Pino

13,12 la Polizia dello stato coloniale italiano provoca il corteo e solleva gli scudi. non vogliono far proseguire il corteo legittimo dei sardi che non abbassano la testa. 20151103041440

13,15 il corteo aggira il blocco degli sbirri passando dai campi circostanti. VE NE DOVETE ANDARE!

13,37 il corteo prosegue verso la base

14,06 il corteo inizia a vedere un nuovo blocco di celerini a “Is Pillonis”, frazione di Sant’Anna Arresi
ispill

14,32 il corteo in questo istante prosegue verso Porto Pino. si sentono sempre più chiaramente i rumori delle esercitazioni TJ2015 e i boati delle bombe coi quali i miltari distruggono la nostra terra.

14,40 il corteo ha preso una strada di campagna sterrata che costeggia lo stagno con l’ obbiettivo di arrivare alle reti

14,45 una parte del corteo rimasta nella strada asfaltata è stata caricata dalla polizia che lancia lacrimogeni

15,02 un gruppo di compagni riesce a entrare nella base militare. il rumore delle bombe è sempre più forte.

15,10 non si sentono più esplosioni. molto probabilmente i soldati NATO hanno dovuto interrompere le esercitazione.
rallentare e inceppare la loro macchina da guerra è l’obbiettivo di questo corteo.
[non pubblicheremo più foto e chiediamo a tutt* di non farlo, non facilitiamo il gioco delle questure]

15,20 un grande numero di compagn* è sparpagliato all’interno della base militare. un nutrito numero di compagn* è in presidio nella strada sterrata e lì è stato caricato; altri compagn* sono in prossimità delle reti. ancora un gruppo è nella strada asfaltata.
intanto pare che continuino le manovre dei carri armati e dei mezzi militari; comunque non si spara più.

[ da SardiniaPost, Pablo Sole e Monia Melis ]15:50. Nel momento in cui sono entrati i 10 manifestanti, circa 150 persone stanno proseguendo in una sorta di comizio improvvisato. Intanto alcuni stanno ripiegando gli striscioni, e si dirigono verso le macchine per tornare a casa.
15:30. Confermata la notizia: dieci manifestanti hanno oltrepassato il confine della base. Sono stati presi in consegna dalla polizia militare, che ora sta procedendo alla loro identificazione. Arriverà una denuncia per aver oltrepassato il confine militare, e finite le formalità di rito saranno liberi di andare. Di fronte al confine ci sono altri manifestanti, circa una quarantina, che si mantengono però al di fuori della base

16,30 qui potete ascoltare un nostro intervento di qualche minuto fa su Radio Onda d’Urto dall’esterno della base: http://www.radiondadurto.org/2015/11/03/sardegna-attivisti-invadono-la-base-la-nato-interrompe-le-esercitazioni/

La manifestazione è sciolta, si ritorna verso le macchine e verso i pullman dopo una giornata davvero da ricordare per la Sadegna.
Intanto i compagni entrati all’interno del poligono sono stati rilasciati dalla polizia e si aspetta che vengano rilasciati i compagn* con il foglio di via portati a Giba. Si parte e si torna, assieme!

GRAZIE A TUTT* PER AVER SEGUITO LA NOSTRA DIRETTA!
#NOTRIDENT #NONATO #NOGUERRA #AFORAS