La celebrazione di un referendum per l’autodeterminazione, in sé, non è una notizia straodinaria. Nel mondo occidentale quello catalano non è il primo – e sicuramente non sarà l’ultimo -, ci sono stati i casi del Québec e della Scozia. Entrambi falliti, ma con distacchi minimi fra il Sì e il No. Il globo poi di casi ne presenta tanti, molte volte riusciti. Certamente bisogna sottolineare come la forma referendaria sia l’ultimo stadio di una battaglia per l’autodeterminazione che in Europa si combatte da tanto tempo e come l’affermazione di questo strumento decisionale coincida con la scelta – in Europa da parte di tutti i soggetti che lottano per la liberaizone nazionale – di abbandonare la lotta armata. Già qui si mette in luce una prima contraddizione nella reazione che gli stati nazionali, quelli che sono venuti fuori dall’età moderna, hanno messo in campo verso le lotte di autodeterminazione. La Spagna è quel Paese che rifiutava ogni trattativa con i baschi adducendo come giustificazione: «Coi terroristi non trattiamo».
Ci siamo lasciati il 23 luglio, in seguito ad una partecipatissima assemblea foriera di contenuti, con l’obbiettivo di continuare questo percorso. Quello di cui abbiamo bisogno ora è di concretizzare gli spunti di analisi e organizzare le nostre forze.
Per questo ci vediamo il 17 settembre a Bauladu, dove discuteremo delle prospettive politiche e di organizzazione.
Il 25 Maggio 2017 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le nuove “Linee guida in materia di tirocini formativi e di orientamento” che vanno a sostituire le “Linee guida in materia di tirocini” approvate nel Gennaio 2013 in attuazione dell’art.1 c.34 della legge Fornero. In questa materia le Regioni hanno competenza esclusiva, potendo, a discrezione, ricalcare o distaccarsi completamente da tali Linee Guida, che sono solamente un punto di riferimento, delle indicazioni di indirizzo fornite dalla stato centrale rispetto alle quali, in sede legislativa, le regioni hanno piena autonomia con unico limite quello di non poter fissare disposizioni peggiorative a tutela dei lavoratori. Con tutta evidenza le nuove linee guida sono coerenti con l’impostazione del Jobs Act; si accontentano gli appettiti delle imprese, del mercato e di chi vuole vincere facile coi numeri periodici sul tasso di occupazione (dopo vedremo perché), con buona pace per i lavoratori e per quella che dovrebbe essere la reale natura del tirocinio.
In questi giorni mentre ci prepariamo a vivere il secondo campeggio internazionale di A Foras – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna ci sono tornate in mente alcune parole di Antonsergio Belfiori, delegato COCER e prode difensore dell’occupazione militare della Sardegna.
In una lettera all’onorevole Scanu scriveva: “Inoltre Capo Frasca non è inquinata e lo sanno tutti; non si fa uso di armamento reale e il materiale inerte ferroso lasciato al suolo viene puntualmente raccolto da una ditta privata aggiudicatrice di gara d’appalto. […] Sarebbe ora di finirla di accusare i militari di inquinamento o di farlo intendere usando un linguaggio aleatorio che potrebbe essere fuorviante.” (SardiniaPost, 12 marzo 2016)
A Maggio di quest’ anno in occasione dell’apertura del poligono di Capo Frasca per Monumenti Aperti lo stesso signor Belfiori dichiarava fieramente: “Domenica visiterò personalmente il sito aperto al pubblico per sottolineare che militari e civili possono e devono coesistere insieme trovando, laddove necessario, nuove forme di comunicazione e più celeri procedure che permettano un modo più snello e veloce per accedere a questi siti naturalistici di pregio RIMASTI INTATTI PROPRIO GRAZIE ALLA PRESENZA MILITARE e sottratti alla cementificazione selvaggia che ha negativamente caratterizzato il nostro paese” (la Nuova Sardegna, 25 Maggio 2017).
Abbiamo ottenuto alcune fotografie che testimoniano la reale situazione di una parte del poligono di Capo Frasca in questi giorni e ci vien da pensare che sia una parte per la quale i militari non si sono prodigati a far da guide turistiche ai visitatori durante l’apertura primaverile di Monumenti Aperti.
Sicuramente queste fotografie sono una chiara testimonianza del contrasto esistente tra quanto dichiarato da Belfiori e la realtà dei fatti.
Il consiglio che noi diamo ai militari, oltre a smettere di dire bugie, è sempre lo stesso: A FORAS!
È urgente uscire fuori dal processo di “periferizzazione” a cui la Sardegna è stata condannata da decenni di politiche subalterne.
Esiste l’esigenza di una Sardegna autodeterminata e sovrana in un contesto di relazioni e scambi internazionali solidali e giusti all’interno del conteso Europeo e Mediterraneo.
Per arrivare a ciò occorre lavorare a scelte strategiche fondamentali e, conseguentemente, occorre lavorare all’elaborazione di un apposito progetto culturale, politico, economico, sociale.
Proponiamo di ripartire dalle esperienze di opposizione sociale e di conflitto presenti in Sardegna contro gli effetti nefasti di capitalismo, centralismo, clientelismo e colonialismo per fare finalmente fronte comune e per la costruzione di un modello sociale ed economico alternativo a quello liberista incentrato sulla logica del profitto, della spoliazione del territorio e delle sue risorse e sull’iper sfruttamento del lavoro.
Lavoriamo per una società sarda in cui viga il pieno riconoscimento ed esercizio del diritto all’autodeterminazione, all’autogoverno e all’autodecisione dei singoli individui, delle comunità del nostro popolo, vale a dire di una compiuta democrazia dove tutte le opzioni politiche che riguardano il futuro della nazione sarda siano possibili senza ostacoli o diktat esterni.
Facendo seguito alla proposta promossa da più parti di trovare una convergenza tra diversi soggetti (partiti, associazioni, movimenti e singoli individui) di lavorare ad un progetto di liberazione sociale e nazionale sardo, pensiamo sia necessario avviare un percorso di condivisione che stabilisca alcuni punti base utili a costruire un percorso unitario chiaro.
Proponiamo una Piattaforma plurale e non vincolante se non negli obiettivi e nelle battaglie che si deciderà di condividere. Essa sarà una organizzazione che si oppone a qualunque forma di servitù, abbia essa carattere militare, industriale, economico, ideologico o culturale del popolo sardo.
La Piattaforma promuoverà il processo democratico, adottando una posizione chiara e inequivocabile di azione per vie esclusivamente politiche e democratiche. Gli strumenti di azione politica riconosciuti dalla Piattaforma sono l’adesione popolare, la mobilitazione democratica e la partecipazione politico-istituzionale.
Siamo consapevoli che senza lavoro non c’è libertà, e senza autodeterminazione in Sardegna non c’è esercizio vero dei poteri sovrani. L’impostazione centralista e semicoloniale dello Stato italiano va combattuta con la costruzione di una alleanza sociale, culturale politica ed economica, che abbia forza, capacità e intelligenza di imporre l’apertura, nella società sarda di una nuova stagione politica per un radicale cambio di rotta.
Vogliamo da subito sgombrare il campo da ambiguità e rendere manifesti i nostri valori e obbiettivi fondanti individuandoli e sottoscrivendoli in maniera pubblica. Siamo tutti concordi nel partire dalla discussione su tre punti:
• Diritto ed esercizio del diritto all’Autodeterminazione nazionale
• Sostenibilità ambientale
• Diritti civili, politici e sociali per tutti, compresi i migranti
Facciamo appello a tutte le forze dell’opposizione sociale e di classe, ai comitati, ai singoli e a tutti i soggetti interessati a condividere questo percorso di incontrarci domenica 23 luglio a Santa Cristina per fare un bilancio della situazione e iniziare a stabilire un programma di azione comune finalizzato a riscattare i lavoratori e tutti i cittadini della terra di Sardegna.
Programma di lavoro dell’assemblea “Pro una caminera noa”
Ore 10:00 – elezione comitato di gestione
Dalle ore 10:30 alle ore 12:00 – discussione libera: valori, obietivi, finalità.
Dalle ore 12:00 alle ore 13:30 – discussione libera: temi strategici per una Sardegna giusta socialmente, sostenibile, autodeterminata
Dalle ore 13:30 alle 15:00 – Pausa pranzo
Dalle ore 15:00 alle ore 17:00 – proseguo del libero dibattito sui temi strategici.
Dalle ore 17:00 alle ore 19:30 – discussione libera su metodi decisionali e selezione democratica
Ore 20:00 visita archeologica al complesso nuragico di S. Cristina
Giornale precario Oristanese di politica, attualità, cultura, musica, eventi