IL DELITTO E LA SOLENNITÀ (“questo è il mio corpo”: la Rwm e l’eucarestia)

Lunedi sera, proprio in prima serata, la trasmissione “Presa Diretta” ha mandato un contributo di inchiesta da Domusnovas, realizzato il giorno di Santa Barbara patrona degli esplosivi; nei nostri paesi “Sant’arbara mia ‘e sos campos” era invocata durante le tempeste, quando i fulmini squarciano il cielo e i tuoni fanno ballare la terra; questo effetto di deflagrazione e di panico è il medesimo che si vive nelle esplosioni ed è proprio per questo che dalla scoperta della polvere da sparo in poi ogni deposito di ordigni grande e piccino si fregia del nome e del titolo della povera santa, che nel frattempo è stata però retrocessa dal calendario di santa madre chiesa, dal 1969, a causa della sua incerta storicità. Resta tuttavia, ci ricorda un articolo della rivista “Famiglia Cristiana” del 4 dicembre, una delle sante più venerate al mondo in tutti i continenti, da pompieri, minatori, artificieri e infine anche dalla marina militare italiana: una vera santissima donna cannone.

In tutta questa sacra associazione di fulmini, fuoco, esplosioni ed esplosivi, la fabbrica di bombe RWM di Domusnovas ha avuto, nel giorno della santa, la devota accortezza di portare il suo contributo alla celebrazione, noleggiando due pullman per portare alla processione e alla messa le maestranze; il capo del ramo italiano di questa industria di armamenti (che fa capo alla tedesca Rheinmetall) ha così potuto assistere al rito seduto davanti alla predica e inginocchiato davanti all’eucarestia a fianco del sindaco del paese. Il sindaco è stato intervistato sul sagrato, e se si ha idea di quanto un’intervista per di più in fascia tricolore possa fare ribrezzo è doveroso andarsela rivedere; il capo azienda è stato intervistato a sua volta qualche settimana fa dal giornale “L’Unione Sarda”, con argomenti uguali: che l’Arabia Saudita che sgancia quelle bombe sarde da quattrocento chili su città, villaggi, ospedali, nozze e funerali in Yemen non è sotto embargo e che quella è una guerra a norma di legge; è la stessa argomentazione della ministra del commercio italiano di armi Roberta Pinotti, visitatrice sollecita di Riad e donna cannone del partito Pd, quello del milione di posti di lavoro. Ma è il prete quello che ‘disarma’ di più il comune intelletto oltre che l’amore cristiano: primo, che in questa faccenda non bisogna giudicare; secondo, la santità del lavoro; terzo, la misericordia; ora, partiamo dalla misericordia così raccomandata ai fedeli: misericordia nei confronti delle popolazioni bombardate? nossignore, perché in tal caso sarebbe stato necessario cacciare istantaneamente il mercante dal tempio; misericordia nei confronti dei lavoratori alle bombe? può essere, Gesù la chiese per una donna di dubbi costumi e a occhio la si può chiedere anche per chi si guadagna da vivere con la pornografia infantile, ma come diceva un poeta, questo è un discorso sospeso; e allora, si deve concludere, è proprio la costruzione di bombe la titolare della misercordia cristiana e della sacerdotale benedizione: laddove l’auspicio finale: ” andate in pace” significa letteralmente “andate in guerra”: se no che fine fanno gli utili, i dividendi e infine i santi posti di lavoro?

Se non ci sono riuscite le manifestazioni nelle strade, se non c’è riuscita una memorabile interrogazione parlamentare, e nemmeno il New York Times e infine nemmeno una trasmissione tv di grande ascolto, certo non può essere un lamento come quello di queste righe a chiedere se ci sono dei vescovi in Sardegna e se c’è un papa a Roma a spiegarci questo concetto di misericordia, o a spiegarci che alla legge umana, quella che autorizza alcuni mercati di armi e che ne pone sotto embargo altri, deve obbedire anche la legge divina e tanto più deve chinarsi la comune moralità.
Ma è dio onnipotente, l’onnipotente, che in tutta la sua onnipotenza confessa di non essere in grado di fare “una” cosa: “sopportare il delitto con la solennità” (Isaia, 1.13)

Riporto qui le formidabili parole di questo grande saggio dei tempi passati, appunto il profeta Isaia, che valgono da sole a contenere ogni principio fondamentale di ogni costituzione di ogni tempo a venire:
“Che m’importa dei vostri sacrifici senza numero?”
dice il Signore.
“Sono sazio degli olocausti di montoni
e del grasso di giovenchi;
io non gradisco
il sangue di tori e di agnelli e di capri.
Quando venite a presentarvi a me,
chi richiede da voi
che veniate a calpestare i miei atri?
Smettete di presentare offerte inutili,
l’incenso è un abominio per me;
noviluni, sabati, assemblee sacre,
non posso sopportare delitto e solennità.
I vostri noviluni e le vostre feste
io li detesto,
perché sono un peso per me
e sono stanco di sopportarli.
Quando stendete le mani,
io allontano gli occhi da voi.
Anche se moltiplicate le preghiere,
io non ascolto.
Le vostre mani grondano sangue”

Gian Luigi Deiana