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Archivio mensile:Ottobre 2014
LA REPRESSIONE SULLE DROGHE E I BECCHINI
Antonio Maria Costa non è una bella persona. Nel 2006 riuscì a eleogiare il regime iraniano per il trattamento riservato a chi fa uso e traffica in sostanze stupefacenti: l’impiccagione. Eppure dev’essere intelligente se è stato per anni il capo dell’UNODC, l’agenzia ONU che si occupa di droghe e crimine, e si sa che sono solo gli imbecilli a non cambiare mai idea. E lui, infatti, almeno una volta nella sua vita ha cambiato idea, e ha messo tutto per iscritto nel rapporto 2009 sulla droga nel mondo, prodotto dall’UNODC appunto. Quel rapporto, che ebbe un notevole risalto mediatico, mise in luce come le strategie repressive di lotta all’uso di sostanze stupefacenti fossero risultate, in più di un secolo di applicazione, fallimentari. Per chi non si fida ecco il link dell’articolo di repubblica.it dell’epoca: Droghe, la svolta dell’ONU. Prendiamo un paio di frasi giusto per mettere in luce il senso del rapporto, ma non sarà difficile con una ricerca su google trovare più informazioni e il testo completo in inglese: “Meno impegno della polizia con gli utenti, di più con i trafficanti”, scrive Costa nella prefazione, e ancora “il controllo delle droghe non sta funzionando”. Il relatore del rapporto, sicuramente meno vincolato da politica e diplomazia, Anand Grover, scriveva nelle raccomandazioni finali: “Decriminalizzare o depenalizzare il possesso e l’uso di droghe”; ” Prendere in considerazione la creazione di un quadro regolatorio alternativo per il controllo delle droghe nel lungo termine, basato su di un modello come quello della Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco.”
Depenalizzare il possesso e l’uso, tramite l’istituzione di un quadro normatorio modellato su quello che regola l’uso del tabacco, e rafforzare il contrasto all’azione dei trafficanti. Questo era scritto nel rapporto 2009.
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