Archivi categoria: PROCESSO FURIA ROSSA

Chiesti 8 mesi di reclusione

Oggi la pubblica accusa ha chiesto la nostra condanna a 8 mesi di reclusione.
La parte civile ha chiesto che la eventuale condizionale venga applicata solo dopo il pagamento di 150mila euro di provvisionale.

Siamo convinti che in questo processo, come peraltro ha ben spiegato la nostra avvocatessa Manconi nella sua magistrale arringa, i vertici della Questura vogliono provare a colpire la nostra militanza politica utilizzando l’assurdo espediente della diffamazione e mettendo quindi in discussione il diritto di critica politica.

Siamo sereni, perché siamo nel giusto e attendiamo fiduciosi la sentenza del giudice che si terrà il 24 Febbraio.
Vogliamo ringraziare di vero cuore i patrioti, i compagni, gli amici che oggi son venuti a Oristano per stare al nostro fianco e non ci hanno lasciato soli. La solidarietà è tutto ciò che abbiamo.

Aggiornamenti dal processo (articoli di giornale)

Ieri mattina si è svolta l’udienza del processo per diffamazione che vede coinvolto il nostro Collettivo. La nostra avvocatessa Rosaria Manconi ha depositato alcuni documenti integrativi e richiesto il rito abbreviato. La formalizzazione della nostra richiesta avverrà il 18 Novembre, in quanto l’accusa ha richiesto di poter prendere visione dei materiali prima di accettare il rito abbreviato o viceversa “uscire” dal processo penale.

Di seguito gli articoli odierni de La Nuova Sardegna e de L’Unione Sarda

UN NOSTRO COMPAGNO INDAGATO PER I BLOCCHI DEI PASTORI

Un procedimento penale è stato avviato in questi giorni a carico di un nostro compagno per aver partecipato a una manifestazione dei pastori svoltasi l’11 Febbraio 2019 sulla 131 all’altezza di Uras.

I reati contestati sono quelli di manifestazione non preavvisata, partecipazione a pubblica manifestazione con il volto travisato e blocco stradale. Queste ultime due fattispecie in particolare sono state recentemente interessate dai decreti sicurezza di Salvini, che ha reso nuovamente penale il reato di blocco stradale e ha fortemente aumentato sia le sanzioni economiche che quelle detentive per i reati in questione, nell’ottica di contrastare e punire chi manifesta per i diritti sociali.

Le accuse sono assolutamente pretestuose, infatti il nostro compagno – che tra l’altro si è imbattuto casualmente nella manifestazione mentre percorreva la 131 – non può in alcun modo essere considerato tra i promotori nemmeno secondari della manifestazione, tantomeno può essere considerata vera l’accusa di aver avuto il volto travisato, cosa che peraltro non avrebbe avuto alcun senso, in una situazione di piazza in cui vi era spesso vicinanza fisica e dialogo tra pastori e fdo. Ci chiediamo infine se la mera presenza in una manifestazione in cui si blocca una strada costituisca di conseguenza reato di blocco stradale.

Respingiamo al mittente queste provocazioni e cogliamo l’occasione per rinnovare in maniera ancora più forte tutta la nostra vicinanza ai pastori e ai solidali colpiti dalla repressione, che a quanto pare è l’unica risposta insieme alla propaganda che questo governo riesce a dare ai bisogni sociali delle lavoratrici e dei lavoratori sardi.

Collettivo Furia Rossa

Processo rinviato a Novembre

Per la terza volta e sempre per errore di notifica il processo è stato rinviato al 7 Novembre 2019.

Di seguito un articolo de La Nuova Sardegna:

Offese all’ex questore, a novembre l’abbreviato

di Michela Cuccu
ORISTANO. Doveva essere il giorno delle prime deposizioni dei testimoni, invece, nessuno al processo per diffamazione contro tre componenti del collettivo Furia Rossa, nemmeno le parti offese ovvero, l’ ex questore Francesco Di Ruberto, il dirigente della Digos Vincenzo Valerioti e il poliziotto Andrea Brigo, ha deposto davanti al giudice Antonio Mascia. Ieri infatti il giudice monocratico del tribunale di Oristano ha accolto la richiesta dell’avvocato Rosaria Manconi, legale della difesa, di tenere il processo con rito abbreviato. L’udienza si terrà a porte chiuse il 7 novembre prossimo. La vicenda risale ormai a quattro anni fa. Era il 2015: ad Arborea, era in corso lo sfratto di una famiglia di agricoltori, gli Spano. Avevano perso casa e podere per un mutuo non completamente pagato. Non fu uno sfratto semplice: per settimane comitati e comuni cittadini, presidiarono l’azienda nella speranza che lo sfratto non si facesse. Alla fine gli Spano dovettero andare via, a seguito di un massiccio intervento delle forze di polizia che dovevano eseguire un ordine del Tribunale e che si trovarono a fronteggiare un piccolo esercito di manifestanti che cercavano di tutelare il diritto della famiglia ad avere un tetto. Sul blog di un collettivo oristanese, Furia Rossa, comparve un articolo in cui si leggeva la frase ritenuta offensiva dai querelanti. La frase inizialmente fu attribuita a sei ragazzi del collettivo. Successivamente, dopo ben tre richieste di archiviazione e altrettante opposizioni delle parti offese assistite dall’avvocato Rossella Oppo, la stessa venne attribuita ai soli Mario Figus (27 anni), Davide Pinna (26 anni) e Marco Contu (24 anni), tutti e tre difesi dall’avvocato Rosaria Manconi. È a loro che l’ex questore Francesco Di Ruberto, il dirigente della Digos Vincenzo Valerioti e il poliziotto Andrea Brigo chiedono il risarcimento dei danni pari a 220mila euro.(m.c.)