A tutti sarà capitato di vedere l’enorme caserma di viale Repubblica a Oristano e le due grandi strutture delimitate dai divieti militari nella strada provinciale 12 a ridosso di Siamaggiore.
Di queste tre strutture abbiamo pochissime notizie, l’unica cosa certa che sappiamo è che non ci è dato sapere cosa succede effettivamente lì dentro. Tutte e tre appartengono al R.U.D. acronimo di Raggruppamento Unità Difesa.
Quest’ultimo, riporta Wikipedia, “è un apparato interforze dello Stato Maggiore della Difesa, la cui sede si trova a Roma, a Forte Braschi. Il R.U.D. ha ufficialmente il compito di occuparsi della vigilanza, difesa e della logistica delle installazioni militari appartenenti al Servizio di intelligence.” Sempre stando a Wikipedia solo la caserma di Oristano risulta essere in attività mentre risultano non attive la caserma e la stazione radiogonometrica di Siamaggiore,ma come vedremo neanche la Regione Sardegna riesce a confermare o smentire l’inattività.
La caserma di Oristano è sede del Distaccamento operativo tipo “B” e occupa un’area di 10.818m²; la “Scheda demanio militare provincia di Oristano” presente nel sito della Regione Sardegna alla voce destinazione d’uso dice “ex magazzini di mobilitazione costiera-esercito” e alla voce uso attuale dice “in uso Ministero difesa distaccamento Genio Militare”.
Le due strutture presenti a Siamaggiore risultano essere: la prima, una Caserma del RUD, delimitata da un alto muro in cemento armato che occupa un’area di 25.255m² attualmente in uso al Genio Militare; la Regione nella sua scheda annota come “da indagini anche presso il comune di Siamaggiore, non si è riusciti ad appurare l’esatto utilizzo del bene”.
La seconda è una stazione
radiogoniometrica, anch’essa recintata da un alto muro di cemento armato e occupa un’area di 14.575m²; secondo la scheda della Regione
“l’immobile è attrezzato per le intercettazioni radio, infatti per un ampissimo raggio non è possibile costruire alcunché se non viene acquisito il parere dell’esercito”.
Questa stazione fu assaltata il 2 Novembre 1978 dai compagni di Barbagia Rossa; sia il sito http://barbagiarossa.wordpress.com/ sia il libro
Sardegna Giallo e Nera parlano della stazione radar di Siamanna ma dovrebbe trattarsi di un errore infatti gran parte dei siti parla della stazione di Siamaggiore e anche il più completo
La mappa perduta edito da
Sensibili alle Foglie, la casa editrice di Renato Curcio, e inoltre non ci risulta una stazione radar a Siamanna.
Giovedì 2 novembre 1978, verso mezzanotte, viene assalita la stazione radar di Siamanna, in provincia di Oristano.
La stazione, un groviglio di antenne e cavi nella pianura oristanese, è sorvegliata da quattro militari di leva (Giovanni Melis di Senorbì, Antonio Cabras di Sant’Antioco, Luigi Madeddu di Iglesias, Sebastiano Bassallu di Santulussurgiu). Uno di loro, durante la ronda notturna, viene assalito da tre malviventi a volto coperto e lo obbligano a portarli all’interno della stazione.
I quattro militari vengono immobilizzati.
Gli aggressori non causano nessun danno alla strumentazione, limitandosi a prelevare i quattro fucili Garand dei soldati, 150 proiettili e alcune bombe a mano.
Prima di andare via si rivolgono ai giovani di leva dicendo “Scusateci, non ce l’abbiamo con voi ma con lo Stato. Siamo del gruppo di Barbagia Rossa”.
Il fatto che non sia stato fatto nessun danno alla strumentazione militare evidenzia che l’aggressione ebbe come unico fine quello di prelevare le armi.
Insomma, gli unici ad aver avuto accesso a una di queste strutture sono stati i militanti di Barbagia Rossa; forse dovremmo chiedere consiglio alle loro memorie.
(M.C.)