IL 29 ottobre dell’anno scorso ci occupammo, su questo blog, dell’Ex Distretto militare di Oristano. Il complesso è tornato in questi giorni agli onori delle cronache a causa di un atto di vandalismo che ne ha deturpato un muro esterno, che, en passant, è la facciata gotica della chiesa di San Francesco.
Giustamente sui social network e nelle chiacchierate cittadine si è scatenata la rabbia verso l’autore della scritta, un cretino senza appello. Tuttavia ci preme sottolineare che forse non sarebbe successo niente se quel complesso venisse considerato dalla città come un vero monumento, un luogo di rafforzamento dell’identità e della memoria storica. Quel luogo attualmente è tante cose: è un parcheggio, è un angolo riparato dove accendersi le sigarette quando tira vento, è un pisciatoio, ma non è un monumento.
Questa, anche se potrebbe non sembrare, è una storia di servitù militari. Come emerge dai documenti ufficiali della RAS (qui), il complesso è l’ex Caserma Eleonora d’Arborea, sede del Distretto Militare di Oristano fino al 1986. L’ingegnere Gabriele Tola, soprintendete ai beni culturali e artistici della Sardegna nel 2012, dichiarò alla Nuova Sardegna che “L’uso militare, soprattutto negli ultimi 25 anni, ha causato gravi e radicali mutamenti architettonici” (qui). Ci sono dei progetti di recupero, per cui servono tre milioni di euro, e siccome la situazione, almeno pubblicamente, non è cambiata da una virgola dall’anno scorso, vi rimandiamo all’articolo Considerazioni sull’Ex Distretto militare di Oristano. Tre milioni di euro sono tanti, e sembra proprio che non li voglia sborsare l’attuale proprietario che è anche uno dei principali responsabili del degrado in cui versa la struttura oggi, ossia il ministero della Difesa che, anzi, il 7 novembre 2014, rispondendo a una nostra mail, ha specificato che: “In relazione a quanto richiesto si rappresenta, per quanto di interesse del demanio, che la Ex caserma Eleonora d’Arborea, è stata dismessa definitivamente alla Amministrazione Finanziaria in
data 25-11-2013 con verbale n. 2013-9969-STCAZ.”.
Per dirla terra-terra: questi qui hanno preso un edificio di un’importanza storica altissima per la città di Oristano, dove si intrecciano le storie del convento francescano con quella della Corona de Logu, ossia il massimo organismo politico collegiale del Giudicato di Arborea, che proprio là si riuniva, e lo hanno trasformato in una caserma; durante il periodo di utilizzo da parte dei militari il complesso ha subito gravi e radicali mutamenti (e sono parole di un tecnico, non nostre) e per di più è stato sottratto alla memoria storica degli oristanesi, trasformandolo in un luogo privo di alcun valore per chi ci passa davanti. Ora pare, perché in queste storie per avere delle certezze bisogna lottare a lungo, che non siano disposti a sborsare nemmeno un euro per il suo restauro e per riconsegnarlo alla città. A questo punto la domanda sorge spontanea: chi è il vero vandalo?
Davide Pinna