In questi giorni la vita politica oristanese è animata dal dibattito sulla possibile nascita di un impianto Solare-Termodinamico a San Quirico fortemente appoggiata dalla amministrazione comunale.
Quando in campagna elettorale parlavamo di valorizzazione non intendevamo “termovalorizzazione”, ma ridare vita alla nostra città, alla nostra campagna, al nostro mare.
E’ grave soprattutto che l’amministrazione si ostini a prendere accordi su opere invasive e gravose per l’ambiente senza minimamente prendere in considerazione il parere dei cittadini. Ecco, noi ricordiamo bene che in campagna elettorale fu detto “Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia”. Noi non vogliamo che si faccia come ad Atene, ci basta che si faccia come ad Oristano, ci basta che le cose vengano discusse e portate a conoscenza dei cittadini prima che le decisioni siano irreversibili, perché a noi le cose ci piacciono alla luce del sole, anche se non siamo specchi di Archimede.
Per noi valorizzare significa creare, sperimentare, ma anche ridare vita all’esistente, valorizzare il capitale umano. Invece in tre anni, a parte qualche raro caso, ci siamo fossilizzati sul vecchio anziché mirare al nuovo. Perché è vero che cambiare costa, che rivoluzionare comporta anche sacrifici, ma d’altronde chi non osa vivrà sempre di rimpianti. Abbiamo avuto l’occasione, la stiamo sprecando. Volevamo essere avanguardia e siamo finiti per essere spettatori di un gioco che a noi non piace.
Noi non ci stiamo, e questa città la vogliamo difendere e la vogliamo vivere, in un ambiente sano e vivibile.
Ricordo queste parole nel programma: Perché sia realizzato un corridoio verde che dalla città dovrà raggiungere Monte Arci (…) in modo che tutto il territorio, considerata l’orografia pianeggiante di Oristano, sia percorribile con piste ciclabili e camminamenti verso le Frazioni, Torregrande, il mare, lungo il fiume, verso il monte e verso i paesi limitrofi.
Probabilmente qualcuno si è perso in qualche sentiero di montagna