Imoi bastat!

bastatLa storia è sempre la stessa: in Sardegna hanno grandi estensioni di terre, sono pochi e non hanno lavoro.

Avantieri ci hanno riempito di poligoni di tiro, basi militari e nucleari e luoghi top secret: oggi siamo il 2% della popolazione italiana e abbiamo il 67% delle servitù militari italiane, migliaia e migliaia di ettari sottratti alla popolazione e un’alta quanto inquietante percentuale di tumori proprio in quelle aree.

Ieri hanno deciso di regalarci un Piano di Rinascita: hanno costruito decine e decine di fabbriche, cattedrali nel deserto che son durate il tanto di procurare qualche miliardo di profitti ai padroni e il necessario per barattare posti di lavoro e cariche istituzionali per qualche decennio: oggi abbiamo fabbriche chiuse e inquinanti, la socializzazione delle perdite e la regione più povera e con più disoccupazione dello stato italiano.

Oggi hanno deciso che siamo buoni per le energie alternative, e basta un viaggio dal nord al sud per capire la portata del fenomeno: decine di migliaia di ettari di suolo agricolo svenduti a imprenditori di tutto il mondo per costruire campi fotovoltaici e impianti di ogni tipo quasi fosse un nuovo sport. Si prendono i milioni di incentivi per le energie alternative, ci abbindolano dando al progetto o all’affare un nome in sardo, due parole sulla salubrità dell’impianto e qualche posto di lavoro per qualche mese e su sardu, omine balente, est frigau! In realtà non è che un nuovo tipo di colonialismo: il capitale si evolve e non diventa buono perché investe in energia pulita, la sua logica è solo una ed è quella del profitto. Ovviamente ce ne accorgeremo dopo venti anni quando ricorderemo ai nostri figli che anche quella volta abbiamo barattato il lavoro con la salute e la distruzione del nostro territorio; quando ricorderemo che  un ricco signore di Bolzano è venuto nella nostra terra e siccome aveva i soldi gli abbiamo permesso di cambiare l’ecosistema delle nostre campagne dove un tempo coltvavamo di tutto e lì, lui, si è fatto i milioni grazie ai nostri campi e oggi l’unica cosa che resta sono tonnellate di ferraglia che dobbiamo smaltire coi nostri soldi. Che non abbiamo.
IMOI EST S’ORA DE DD’ACABAI! SU POPULU DETZIDIT, SU SINDIGU FIRMA!