Per la terza volta e sempre per errore di notifica il processo è stato rinviato al 7 Novembre 2019.
Di seguito un articolo de La Nuova Sardegna:
Offese all’ex questore, a novembre l’abbreviato
di Michela Cuccu
ORISTANO. Doveva essere il giorno delle prime deposizioni dei testimoni, invece, nessuno al processo per diffamazione contro tre componenti del collettivo Furia Rossa, nemmeno le parti offese ovvero, l’ ex questore Francesco Di Ruberto, il dirigente della Digos Vincenzo Valerioti e il poliziotto Andrea Brigo, ha deposto davanti al giudice Antonio Mascia. Ieri infatti il giudice monocratico del tribunale di Oristano ha accolto la richiesta dell’avvocato Rosaria Manconi, legale della difesa, di tenere il processo con rito abbreviato. L’udienza si terrà a porte chiuse il 7 novembre prossimo. La vicenda risale ormai a quattro anni fa. Era il 2015: ad Arborea, era in corso lo sfratto di una famiglia di agricoltori, gli Spano. Avevano perso casa e podere per un mutuo non completamente pagato. Non fu uno sfratto semplice: per settimane comitati e comuni cittadini, presidiarono l’azienda nella speranza che lo sfratto non si facesse. Alla fine gli Spano dovettero andare via, a seguito di un massiccio intervento delle forze di polizia che dovevano eseguire un ordine del Tribunale e che si trovarono a fronteggiare un piccolo esercito di manifestanti che cercavano di tutelare il diritto della famiglia ad avere un tetto. Sul blog di un collettivo oristanese, Furia Rossa, comparve un articolo in cui si leggeva la frase ritenuta offensiva dai querelanti. La frase inizialmente fu attribuita a sei ragazzi del collettivo. Successivamente, dopo ben tre richieste di archiviazione e altrettante opposizioni delle parti offese assistite dall’avvocato Rossella Oppo, la stessa venne attribuita ai soli Mario Figus (27 anni), Davide Pinna (26 anni) e Marco Contu (24 anni), tutti e tre difesi dall’avvocato Rosaria Manconi. È a loro che l’ex questore Francesco Di Ruberto, il dirigente della Digos Vincenzo Valerioti e il poliziotto Andrea Brigo chiedono il risarcimento dei danni pari a 220mila euro.(m.c.)